La Scala Mercalli, come noto, misura l’intensità macrosismica di un terremoto attraverso l’osservazione dei danni a cose, persone o ambiente. E’ quindi una scala empirica, che si basa su una valutazione soggettiva, con valori da I a XII (inizialmente erano 10, vennero portati a 12 a seguito del mostruoso terremoto di Messina e Reggio del 1908).
Diversa pertanto dalla scala Richter che invece si basa sull’energia sprigionata dal sisma, e quindi misurabile in maniera oggettiva.
Ma chi era costui, tal Mercalli, che inventò questa scala?
Trattasi di Giuseppe Mercalli (1850-1914), sacerdote, geologo, sismologo, vulcanologo, allievo di Antonio Stoppani. Dopo la laurea in Scienze Naturali, insegna prima al Real Collegio di Reggio Calabria, per poi diventare professore di geologia e mineralogia all’Università di Catania. Quindi insegna vulcanologia e sismologia all’Università di Napoli e nel 1911 sostituisce Vittorio Matteucci come direttore dell’Osservatorio Vesuviano.
All’epoca della cattedra a Reggio Calabria appartiene il piego qui mostrato (spedito il 19 aprile 1892).
Non presenta al suo interno alcun testo (quando questo accade significa che il piego che abbiamo davanti ha fatto da “coperta” alla lettera che era in esso contenuta, e che quindi non troviamo perché rimossa dal piego).
Il mittente lo si vede dal timbro in basso a sinistra, “Reale Osservatorio Geologico di Casamicciola (Ischia)”. Ricordo che Casamicciola, in quel periodo, si stava giusto riprendendo dal terribile terremoto del 1883, e che Mercalli è noto anche per i suoi studi su questo specifico terremoto. Evidentemente, questo piego appartiene al lungo carteggio che l’Osservatorio di Casamicciola deve aver avuto con Mercalli.
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