Quando si sta in regime detentivo, evidentemente le comunicazioni con gli altri e con l’esterno assumono un’importanza quasi vitale. La posta, quindi, in questo assume un ruolo primario. Ma non soltanto verso l’esterno, per comunicare con i propri cari; ma anche verso l’interno, per le comunicazioni tra carcerati, soprattutto quando (come nel caso che mostro oggi) si tratta di un uomo e una donna, detenuti in due raggi del penitenziario distanti tra loro.
Come è possibile osservare, è sufficiente indicare sulla busta ”POSTA INTERNA” e, naturalmente, non è necessario alcun francobollo. Per evidenti ragioni di privacy, essendo oltretutto la lettera molto recente (1985), ho nascosto il nome del destinatario (una donna; chi scrive è un uomo).
La lettera è, come è facile vedere, una lettera d’amore. Consta di 3 pagine in tutto, e sul retro di ogni pagina a lettere cubitali e inchiostro rosso frasi come ”Ti amo” e ”Ti penso sempre”. Per pudore non mostro l’intera lettera, tanto credo che vi siate comunque fatti un’idea.
Riproduzione riservata.