Siamo nel 1928. Una ditta scrive a un egregio signore di Padova. E lo scrivente, la ditta Maggi & Pagani di via Ennio 19 a Milano, fabbricava e vendeva bretelle, giarrettiere ed affini.
Le bretelle sono note da 300 anni almeno, dai tempi della rivoluzione francese, anche se le bretelle come le conosciamo noi vennero inventate nel 1822 dallo stilista inglese Albert Thurston che cominciò a venderle presso la sua boutique londinese situata al 27 di Panton Street a persone di alto ceto e di importante rilevanza sociale. Andarono in voga sino alla Prima Guerra Mondiale quando, con la leva, era obbligatorio l’uso della cintura.
La giarrettiera, invece, pare risalire addirittura al IX secolo, e nacque come indumento maschile: fu proprio Re Carlo Magno a utilizzare la giarrettiera come accessorio per sostenere le calze, sebbene all’epoca fosse un semplice laccio. Qualche secolo dopo l’indumento divenne d’uso esclusivo delle donne, e l’indumento divenne sempre più raffinato e lussuoso tanto che i produttori appartenevano alla corporazione degli orafi e non dei tessitori.
Il collegamento tra matrimonio e giarrettiera pare invece risalire al XIV secolo: essa veniva vista come una sorta di amuleto portafortuna donato agli uomini in segno di buon auspicio.
Cercando negli annali della Camera di Commercio di Milano si scopre che all’epoca erano decine le ditte iscritte che fabbricavano bretelle e giarrettiere. Era quello un periodo in cui, soprattutto le bretelle, avevano perso terreno a favore della cintura.
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