Il neonato Regno d’Italia il 20 giugno 1877 aveva emanato una legge, la n.3917, che riportava le norme relative alle foreste e alle terre soggette al vincolo forestale.
Questa legge ebbe l’effetto di svincolare dalle limitazioni d’uso precedenti circa 22 chilometri quadrati di montagne, di cui 12 ricoperte di boschi, di fatto accelerando un degrado ambientale che, tuttavia, aveva cause secolari.
Per far fronte a questa situazione, e per attuare politiche di contrasto a tale degrado, dal Club Alpino Italiano nacque a Torino nel 1899 la Fondazione Nazionale Pro Montibus. Dal sito web della Fondazione possiamo leggerne gli scopi sociali:
“La Pro Montibus Et Sylvis promuove e realizza iniziative di formazione in merito all’incremento ed il miglioramento del patrimonio silvo-pastorale, alle sistemazioni idraulico-forestali, alla tutela e allo sviluppo dell’economia montana, alla salvaguardia della fauna ed il miglioramento delle biodiversità ambientale.”
Nell’intensa attività della Fondazione mi piace segnalare che nel 1899 la società organizza la prima “festa degli alberi” a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna. Viene successivamente effettuato in questa zona appenninica un esteso rimboschimento con abete rosso e abete bianco sulle pendici denudate del monte Gatta. Inoltre, nel 1921 la società è tra i principali promotori del Parco Nazionale d’Abruzzo (istituito il 25 novembre 1921).
Quella che presento oggi è una cartolina di sollecito di pagamento. Il signor Vittorio di Torino non pagò le quote del 1899, del 1900 e del 1901, e per tale ragione la società richiedeva il pagamento di Lire 3 (evidentemente, la quota annuale era di Lire 1).
Da notare quanto la richiesta fosse estremamente cordiale e cortese: “ci permettiamo rivolgerle preghiera affinché voglia compiacersi di eseguire il pagamento…”. Oggi si scriverebbe allo stesso modo?
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