DONNA COSTANZA, NUORA DI GIUSEPPE GARIBALDI…

DONNA COSTANZA, NUORA DI GIUSEPPE GARIBALDI…

Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, la storia del Risorgimento italiano, la Spedizione dei Mille…: inutile, credo, sia raccontare in questa sede del Generale Garibaldi.
Quel che ci interessa, per la storia che racconto oggi, è che dalla prima moglie, Aña Maria De Jesus Ribeiro, più nota come Anita, egli ebbe quattro figli: Domenico Menotti, Rosita, Teresa, e Ricciotti. E che Ricciotti (1847-1924), nella chiesa di Saint James, a Londra, il 2 luglio 1874 si unì in matrimonio con Harriet Constance Hopcraft (1853-1941), più nota con il nome italianizzato, Costanza.

Ed è proprio a Donna Costanza Garibaldi che è indirizzato il pezzo che presento oggi, una raccomandata inviata nel 1924 da Beatrice Salvi, direttrice dell’Ospedale Giuseppe Garibaldi de La Maddalena.

Il nome di Donna Costanza è legato indissolubilmente all’Ospedale che volle con tutte le sue forze, il primo sull’isola de La Maddalena.
Fallito, infatti, il tentativo di recuperare i fondi necessari per la sua costruzione attraverso una lotteria pubblica, Donna Costanza (di nome e di fatto!) creò un apposito comitato per la raccolta dei fondi.
Il comitato di dame era composto, oltre che da Costanza, dalle figlie Anita Italia e Rosa Garibaldi e dalle signore Battistina Masu, Maddalena Larco, Eleonora Casanova, Maria Zonza, Anna Maria Lantieri, Paolina Albano, Giovannetta Ajassa, Egeria Bargone, Nina Tanca, Fortunata di Dadea e Luigia Grondona. Al comitato aderirono anche le consorti di quasi tutti gli ufficiali superiori della Marina, le signore Princivalle, Magliocco, Moro, Cappelletto, Aguiari, D’Ippolito, Coccu Ortu, Arcadipane, Abbamondi, De Conciliis e Giova.

Raccolti i fondi necessari, il 30 giugno 1907 venne posta la prima pietra del presidio ospedaliero i cui lavori procedettero molto velocemente, tanto che l’ospedale, sebbene non ancora completato, venne inaugurato e aperto al pubblico il 5 novembre di quello stesso anno.
Due anni dopo, superate le lunghe trafile burocratiche, con Regio Decreto del 13 giugno 1909 l’istituzione venne eretta a Ente Morale e ne veniva riconosciuto lo statuto.

La raccomandata qui presentata non contiene la missiva, per cui non sapremo mai cosa la direttrice Salvi abbia scritto a Donna Costanza. Possiamo tuttavia supporre che si trattasse di un problema economico poiché l’ospedale non navigò mai in buone acque, e svariati furono gli interventi economici elargiti da Donna Costanza per farlo rimanere aperto. Tanto è vero che alla morte di Donna Costanza (1941) l’ospedale chiuse.
L’immobile che lo ospitava, prima rimasto inutilizzato e poi occupato da privati, negli anni ’90 è ritornato nel possesso dell’amministrazione comunale che ha voluto perpetuare la sua destinazione originaria installandovi una struttura sanitaria.

Inedito (per quanto di mia conoscenza) il simbolo (immagino) dell’ospedale riportato al retro della busta sulla ceralacca.

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