NON MI AVETE RISPOSTO!!

NON MI AVETE RISPOSTO!!

6 agosto 1851. Siamo agli sgoccioli del Regno delle Due Sicilie. I domini borbonici al di là (Regno di Sicilia e isole minori) e al di qua (Regno di Napoli) del faro saranno qualche anno dopo travolti dall’orda garibaldina che porterà all’unificazione della penisola italiana. E l’illuminato (per moltissimi aspetti!) regno borbonico cesserà di esistere.

Con il piego che mostro oggi siamo a Girgenti, vecchio nome della sicula Agrigento, città millenaria in cui ogni sua pietra è intrisa di storia: era Ἀκράγας per i Greci, Agrigentum per i Romani, Kerkent o Gergent per gli Arabi; per i Normanni era Girgenti, nome ufficiale della città fino al 1927 quando, con Regio Decreto Legge n.1143 del 16 giugno 1927, venne italianizzato (come accadde anche per diverse altre città durante il periodo fascista) in Agrigento.

Nel 1851 Girgenti non è grande, ma fa provincia. Sulla base del censimento ufficiale del 31 dicembre 1851 (quindi, qualche mese dopo la nostra missiva), la popolazione totale della provincia di Girgenti ammonterebbe a 245.974 abitanti, mentre quella del capoluogo Girgenti a 15.222.

Il Real Decreto n. 932 dell’11 ottobre 1817 di Ferdinando I re delle Due Sicilie, con decorrenza dal 1º gennaio 1818, dispose che i tre valli di Sicilia fino ad allora esistenti (Vallo di Mazara, Val di Noto, Val Demone) venissero divisi in sette valli minori, amministrati da altrettante Intendenze: Palermo, Messina, Catania, Girgenti, Siracusa, Trapani e Caltanissetta. A capo di ogni vallo (o provincia) vi era quindi un Intendente e un Consiglio provinciale, composto da 15 membri proposti annualmente dai Comuni della provincia e nominati dal sovrano. Ogni vallo era a sua volta suddiviso in Distretti, Circondari e Comuni.
Il vallo di Girgenti era quindi diviso in tre Distretti (Girgenti, Bivona e Sciacca), 21 Circondari, e 40 Comuni.

E l’intendente della provincia di Girgenti scrive al Sindaco del comune di Campobello di Licata, all’epoca semplicemente “Campobello”, Circondario del Distretto di Girgenti, la nascita del cui centro abitato risale al 1681 quando don Raimondo Ramondetta, duca di Montalbano (vi dice niente questo nome, da queste parti?), ottenne la “licentia populandi” da parte del re Carlo II di Spagna.

Il testo della missiva è una dura reprimenda:
«Da ora innanti di tutte le circolari che le perverranno da questa Intendenza, qualunque sia il contenuto di essa, dovrà accusarne ricezione, in caso diverso sarà spedito un espresso a di lei carico per rilevare il riscontro.»

In altre parole, il sindaco campobellese riceveva e manco rispondeva! Muto, era!
E l’intendente di Girgenti mica poteva rimanere a taliare?!
Si fece girare i cabasisi e il cazziatone gli fece!

Ultima nota, storico-postale.
Sul fronte del piego è facilmente osservabile il bollo borbonico “FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE” (e negli altri due cerchi “INTENDENZA DELLA PROVINCIA DI GIRGENTI”), nonché il bollo ovale con fregi “GIRGENTI”.
All’epoca non esistevano ancora i francobolli (nel Regno di Sicilia vennero introdotti nel 1859, nel 1858 nel Regno di Napoli), per cui la tassa postale doveva pagarla il destinatario, come imponeva la normativa postale, e tale tassa veniva generalmente annotata sul fronte della missiva a lapis o inchiostro.
In questo caso, è assente qualsiasi segno di tassazione in quanto la missiva era esentata dal pagamento della tassa postale essendo essa tra enti dello Stato. L’attestazione al diritto di esenzione viene evidenziata dall’uso del bollo ovale “REAL SERVIZIO”.

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