Chi non conosce la Certosa di Padula?
Edificata nel Vallo di Diano (Salerno) tra il 1306 e il 1779, con tre chiostri, un giardino, un cortile e una chiesa è la più grande certosa barocca a livello nazionale e una delle più grandi al mondo. Nel 1998 è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Ma forse non tutti sanno che, grazie alla sua strategica posizione e alla sua struttura, per alcuni secoli la certosa venne utilizzata come installazione militare. Prima come quartier generale francese all’epoca del Regno di Napoli, poi quale base organizzativa dell’esercito meridionale garibaldino, e infine quale campo di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale identificato con la sigla “371 P.W. CAMP”, ovvero 371 Prisoners of War Camp, o anche con il nome di “«A» CIVILIAN INTERNEE CAMP”, un campo quindi dove venivano internati civili di guerra (‘ospiti’ del campo furono Achille Lauro -no, non il cantante… l’armatore napoletano- e il radiocronista Kramer, la voce dei bollettini di guerra).
Ma la certosa fu utilizzata, soprattutto, durante la Prima Guerra Mondiale quando lo Stato Maggiore dell’Esercito la individuò come sede per l’organizzazione del “CAMPO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA CERTOSA DI PADULA”.
Per chi volesse approfondirne la storia, suggerisco la lettura di questa pagina:
https://www.lacittadisalerno.it/cultura-e-spettacoli/quando-la-certosa-di-padula-divent%C3%B2-campo-di-prigionieri-1.1537364
e la visione di questo filmato:
http://www.novacivitas.info/centanni-dalla-grande-guerra-la-storia-e-il-mito-della-legione-cecoslovacca.html
Ai soldati chiamati alle armi veniva consentito di scrivere ai propri congiunti senza spesa. Vennero infatti approntate delle speciali cartoline postali che non occorreva affrancare, dette appunto “in franchigia”; di questo tipo è il pezzo che presento oggi.
Questa cartolina venne spedita il 26 marzo 1918 ed è indirizzata a un tenente colonnello a Siracusa. La località di partenza non è indicata: durante la guerra, i vari reparti non dovevano fornire, nemmeno accidentalmente, notizie al nemico, per cui si utilizzavano dei timbri anonimi, in cui ogni reparto era identificato da un numero. In questo caso, il mittente scrive da “Posta Militare 34“.
I movimenti e gli stazionamenti delle truppe, tuttavia, sono oggetto di studio da parte degli esperti del settore. Grazie a questi studi possiamo sapere che il servizio postale afferente alla Posta Militare 34, dall’1 febbraio al 30 giugno 1918, seguiva le truppe della 59a Divisione Fanteria “Calabria”.
La 59a Divisione Fanteria ben si era distinta, tra novembre e dicembre del 1917, sul fronte del Monte Grappa, occupando le posizioni di seconda linea tra Col Moschin-Col Fenilon e la linea di resistenza Col del Gallo-Col dell’Orso. Si hanno poi notizie che il 12 aprile 1918 la divisione fosse di stanza a Mussolente (VI): era perciò discesa dal Grappa verso Sud e lì stazionava. Quindi, la nostra cartolina venne spedita da quelle zone a cavallo tra la provincia di Treviso e di Vicenza.
Notiamo poi che la cartolina è indirizzata a un Tenente Colonnello a Siracusa. Questo è normale perchè la 59a Divisione Fanteria aveva reclutato soldati anche da Siracusa, per cui è presumibile pensare che il mittente fosse un amico siracusano del destinatario.
Ma a Siracusa il destinatario non si trovò. Era infatti stato nel frattempo spostato al Campo di prigionia di Padula, come è facile constatare osservando la cartolina: l’indirizzo di Siracusa venne depennato, e venne scritto “Concentramento Prigionieri Padula“.
Riproduzione riservata.