Tutti conosciamo il grande navigatore Giovanni da Verrazzano.
Nato intorno al 1485 al Castello di Verrazzano, nei pressi di Greve in Chianti, iniziò la sua attività marinaresca come corsaro, depredando le navi spagnole e portoghesi.
Il suo nome, però, è legato a un viaggio di scoperta nel Nuovo Mondo che iniziò nel gennaio 1524 e che gli consentì di descrivere nei minimi dettagli tutta la costa dell’Atlantico del Nord, da Cape Fear verso Nord, passando per la Baia di New York, sino alla Baia di Narragansett.
La sua morte non è certa, ma pare che, in uno dei suoi successivi viaggi, nel 1528, con la nave ancora a Guadalupa, venne catturato, ucciso e mangiato dai cannibali.
A Greve in Chianti pensarono quindi bene di omaggiare il loro illustre concittadino.
Il 21 novembre 1909 si costituì un Comitato al fine di raccogliere fondi e realizzare un monumento da erigersi nella piazza principale del paese, Piazza Matteotti.
I fondi vennero raccolti grazie ai contributi dei comuni di Firenze, Genova, Siena, Rimini, Prato, Greve e del Re Vittorio Emanuele III, mentre il bronzo venne donato dal Ministro della Marina e le pietre dagli scalpellini della cava di Piombino.
Il monumento venne infine realizzato, ad opera di Romeo Pazzini, ed inaugurato il 14 settembre 1913.
La cartolina spedita da Greve il 24 luglio di quello stesso anno e che presento oggi, però, aggiunge qualche piccolo tassello alla storia (nota) raccontata sinora.
Leggendo il testo, appare anzitutto evidente come il Comitato, a poche settimane dall’inaugurazione, cercasse ancora di raccogliere fondi. Nel caso specifico la richiesta è inviata al Sindaco di Pesaro, ma è ragionevole pensare che altre cartoline simili siano state inviate ad altri comuni.
Si tratta inoltre di un invito all’inaugurazione, che in base a quanto scritto sarebbe dovuta avvenire il 31 agosto. Sappiamo invece che avvenne il 14 settembre, con due settimane di ritardo. E che all’inaugurazione sarebbero state presenti diverse personalità, tra cui Sidney Sonnino, più volte Ministro e Presidente del Consiglio.
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