Ancora una volta è la guerra a essere protagonista delle nostre storie.
E’ il 13 settembre 1940, e il soldato Adelmo scrive ai genitori.
La cartolina (di quelle in esenzione di tassa ad uso dei militari, di quelle -per intenderci- che non dovevano essere affrancate) parte due giorni dopo dall’ufficio di Posta Militare n.59.
Gli uffici di posta militare, a rimorchio delle truppe, erano identificati non dalla località di partenza ma da numeri per evitare che le missive, qualora fossero cadute in mano nemica, potessero fornire preziose informazioni sull’ubicazione o gli spostamenti dei reparti.
Chi studia oggi la storia postale militare, però, ha la possibilità di ricostruire ogni singolo passaggio degli uffici postali, e grazie a questi studi possiamo quindi dire che l’ufficio di Posta Militare n.59 al momento della spedizione di questa cartolina si trovava nei pressi di Postumia (dal 20 giugno al 4 novembre 1940), all’epoca territorio italiano.
Poi venne spostato a Gorizia, poi di nuovo a Postumia, fino all’aprile 1941 quando scoppia il conflitto italo-jugoslavo. L’ufficio si spostò quindi più volte, gravitando tra Lubiana, le alture di Golavec, Novo Mesto, e infine verso Fiume, fino allo scioglimento l’11 settembre 1943.
L’ufficio era assegnato alla 14° Divisione di fanteria “Isonzo” che inquadrava il 23° e il 24° Reggimento fanteria, il 6° Reggimento artiglieria. Come si legge dalla cartolina, Adelmo era inquadrato nel 23°.
Ma il pezzo forte della cartolina non è il fronte, ma il retro!
In verticale, Adelmo usa ben dodici ‘esse’ per lanciare ai suoi un messaggio forte e chiaro:
S.ONO
S.OLDATO
S.EMPLICE
S.ANO
S.ALVO
S.EMPRE
S.ENZA
S.OLDI
S.PEDITE
S.UBITO
S.OLDI
S.ALUTI
Io aggiungerei una tredicesima ‘esse’, al nostro Adelmo:
S.PIRITOSO!
La cartolina, come si vede, passò anche la censura. Chissà il censore che risate si sarà fatto!
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