20 marzo 1945.
La guerra non è ancora finita, ma in Calabria sembra un lontano ricordo.
E la signora (o signorina) Enza scrive alla signorina Ippolita.
La raccomandata parte da Melito Porto Salvo (comune della provincia di Reggio Calabria) il 21 marzo 1945 e giunge a destinazione, a Sbarre (quartiere di Reggio Calabria), il 23 marzo successivo.
Così scrive Enza:
«Mia adorata Polina
Anchio sono molto preoccupata perché non hai ricevuto la lettere, ma non diceva nulla d’illecito, e dietro tuo desidero noto qualche particolare: La signorina X e il Signor C. avevano mandato a monte tutti i sogni e lei era annientata per questo abbandono ma poi pensò di farsi più bella e venne a Reggio si ha fatto la permanente con i cannoli e passeggiava tutte le sere sotto il suo balcone, fu così che un bel giorno si seppe che avevano dimenticato e allacciato i legami spezzati così improvvisamente, ma non ho potuto sapere il motivo. Ti dicevo altre cose di poca importanza. Oh appreso con gioia la tua venuta per la festa così potrà raccontarti altre cose.
Ieri sera il C. ha detto che la sua posizione finanziaria gli permette non solo di sposare X ma la principessa X (chi sia questa principessa non lo so ma certo qualche personaggio della sua fantasia) credi tu?
Lillo dice di non poter venire a pigliarti a casa esce appena in tempo per il treno perciò raggiu(ngi)lo alla stazione. Come potevi pensare che mi sono dimenticata di te era una cosa impossibile come poter dimenticare tanto affetto e che io ricambio con uguale simpatia era una cosa assurda. Ti ho scritto già un letterone ora basta. Ricevi tanti saluti e abbracci da parte della mamma insieme a tua zia.
Abbraccio la tua zia e a te nell’attesa di rivederti prestissimo ti abbraccio con tanti bacioni ed infinito affetto.
Tua Enza.
Il vetro si rompe, la rosa appassisce, ma il bene che ti voglio mai finisce.
Ti bacio assai caramente.
Enza.
Melito P. S. 20.3.45»
La “permanente con i cannoli“??
Ovviamente, Enza intendeva parlare dei boccoli, ovvero dei ricci che si producono usando i bigodini e che effettivamente hanno una forma che ricorda il cannolo.
Ma sarà mica stata la vicinanza della Calabria alla Sicilia a fuorviare Enza pensando metaforicamente al fantastico dolce siculo?
Certo è che fa sorridere immaginare la scena della signorina X che passeggia tutte le sere sotto il suo balcone, tutta tirata a lucido con i boccoli.
A pensar male si fa peccato, lo so, ma che ci faceva tutte le sere a passeggiare da sola sotto il suo balcone? Mah…
Ad ogni modo, con la sua letterina Enza ha dimostrato di essere una bella lingua che taglia e cuce…
Pettegolezzo non ti temo, si direbbe!
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