E’ il 26 maggio 1941, e una normalissima cartolina parte da Roma in direzione di Gardone Riviera (Brescia).
Niente di più banale.
Lo stesso lato illustrato della cartolina, di Roma, è talmente comune che non ve lo mostro nemmeno, tanto è irrilevante.
Il testo stesso della cartolina non è molto interessante. Lo riporto per completezza.
«Carissimo Italo, ho ricevuto il pacchetto e vi ringrazio molto della premura. Mi serve qui all’Ufficio Maggiorità ove sono a disposizione del Colonnello. Sto bene e finalmente il ritmo della vita militare si è fatto regolare. La paga è poca, 12 Lire al giorno che ci servono anche per mangiare. Saluti a voi e Signora, saluti a tutti gli amici. Roberti».
Giusto per informazione, nel linguaggio militare l’Ufficio di Maggiorità è l’ufficio del comandante di battaglione, o unità equivalente, che tratta soprattutto gli affari concernenti la vita del reparto.
Ma allora, perché ho voluto mostrare oggi questa cartolina?
Per il destinatario: Italo Maroni, presso il Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera.
Chi era costui?
Prima di parlare di Maroni, due parole sul Vittoriale: cosa sia il Vittoriale degli Italiani penso sia noto a tutti, ma vale la pena rinfrescare la memoria.
Il Vittoriale degli Italiani è un complesso monumentale che si estende su una superficie di nove ettari sulla sponda bresciana del Lago di Garda, a Gardone Riviera, voluto e commissionato da Gabriele D’Annunzio e realizzato dall’architetto Gian Carlo Maroni tra il 1921 e il 1938.
Comprende edifici (tra cui l’abitazione del Vate), vie, piazze, corsi d’acqua, giardini, e oggi la sua tomba.
E ‘oggetti’ che non ti aspetteresti di trovare: l’aereo SVA, la nave militare Puglia, il sottomarino MAS 96.
D’Annunzio immaginava che il teatro ideale dove rappresentare i propri spettacoli dovesse essere “una conca marmorea sotto le stelle“.
Fu quindi lui stesso a scegliere il punto preciso dove realizzarlo, ovviamente all’interno del Vittoriale: un punto panoramico del Parco da cui si ammirano l’Isola del Garda, il Monte Baldo, la penisola di Sirmione e, soprattutto, la suggestiva Rocca di Manerba.
I lavori per il teatro iniziarono tra il 1934 e il 1935 ma vennero presto interrotti per la morte del Vate e dall’inizio della guerra. Ripresi per volontà della Fondazione nel ’52, terminarono l’anno successivo a opera dell’architetto Mario Moretti e di Italo Maroni, fratello di Gian Carlo.
L’8 agosto 1953 l’Anfiteatro venne solennemente inaugurato con un concerto dell’Orchestra del Teatro alla Scala diretta dal Maestro Carlo Maria Giulini.
L’unica cosa rimasta incompiuta fu il rivestimento della platea e delle gradinate, il cosiddetto “Parlaggio“, che secondo l’idea del Vate doveva essere in marmo rosso di Verona.
Tale rivestimento è stato realizzato solo di recente grazie a un finanziamento della Regione Lombardia, Banca La Valsabbina e la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani.
Così il Presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri, in occasione dell’inaugurazione dei lavori il 4 luglio 2020: «Il Vittoriale degli Italiani conserva, e ancora di più produce, bellezza, cultura, lavoro, ricchezza. Tuttavia, ci sono imprese che nessun museo può compiere da solo. Regione Lombardia ci ha aiutato con generosa lungimiranza, consapevole che questo monumento nazionale è una gemma preziosa nel suo territorio. Adesso, superata ogni avversità, abbiamo portato a compimento il “Libro di pietre vive”, sogno inconcluso di un Poeta che aveva fatto della realizzazione dei sogni lo scopo della vita. Ne siamo fieri».
L’anfiteatro è stato nel tempo palcoscenico di prestigiosi artisti della musica e dello spettacolo internazionale: Lou Reed, Ben Harper, Burt Bacharach, Keith Jarrett, James Taylor, Joan Baez, Paolo Conte, The National, David Byrne, Eleonora Abbagnato, Patti Smith, Filippo Timi, Franco Battiato, Momix, New York City Ballet, Martha Graham Dance Company, Ludovico Einaudi, Stefano Bollani, Francesco De Gregori.
Giusto per fare qualche nome.
Italo Maroni, eletto Sindaco di Gardone nel 1956, ebbe inoltre un fondamentale ruolo nell’acquisto da parte del Comune di Villa Alba, monumentale dimora storica costruita tra il 1904 e il 1910, con lo scopo di destinarla a sede permanente di convegni, congressi e manifestazioni turistiche di alto livello.
Villa Alba, durante l’occupazione tedesca nel 1943-45, era stata utilizzata come centro di trasmissioni militari e stazione radio.
Oggi, acquistata da privati, è sede di ricevimenti ed eventi, ma intatta rimane la scenografica facciata in stile greco riproducente il Partenone e le cariatidi dell’Eretteo.
Riproduzione riservata.