Oggi se parti per le vacanze la corrispondenza può seguirti in villeggiatura, all’indirizzo che indichi tu e per il periodo che vuoi tu: Poste Italiane prevede l’apposito servizio a pagamento “Seguimi”.
Altrimenti, se sei assente da casa, le alternative sono ben poche. Se nessuno può ritirare la corrispondenza per te, questa inevitabilmente si accumulerà nella cassetta finché ci sarà spazio. Poi, chissà.
Di certo, le missive non vengono restituite al mittente. In base alle attuali disposizioni, a meno che non si tratti di posta a firma, cioè raccomandate o assicurate, il resto della corrispondenza che non è stato possibile recapitare non viene restituito al mittente, ma va al macero come ‘inesitata’.
Un tempo, però, anche non troppo remoto, le cose andavano diversamente.
E’ il caso di questa simpatica missiva spedita da Roma per città il 23 novembre 1950.
Come è possibile osservare, il francobollo venne timbrato con uno speciale annullamento in gergo noto come “targhetta”, ovvero un annullo impresso da una speciale macchina sulla quale veniva periodicamente sostituita una piastrina che, per periodi precisi e solo in alcune città, riportava messaggi promozionali, pubblicitari, di pubblica utilità.
In questo caso, parliamo della targhetta (molto comune, comunque) “ERP L’Italia ricostruisce” che fa chiaramente riferimento al Piano Marshall (originariamente ERP, European Recovery Program) attuato dagli USA all’alba del secondo dopoguerra con l’invio di aiuti finanziari atti alla ricostruzione dell’Europa.
Questo annullamento a targhetta, in uso in diverse città d’Italia, a Roma in quel periodo ebbe un ulteriore elemento distintivo, ovvero un riferimento nel bollo circolare a datario alla celebrazione del XXV Anno Santo, il Giubileo organizzato sotto papa Pio XII dal titolo “L’anno del grande ritorno e del grande perdono“.
Ma quel che davvero più ci interessa è il resto.
Sul fronte della busta sono infatti apposti due bolli: “DESTINATARIO PARTITO PER IGNOTA DESTINAZIONE” e “AL MITTENTE”.
Come dire: il destinatario non c’è, non so dove è andato, per cui ti restituisco la lettera.
E fa specie sapere che erano stati allestiti questi timbri, il secondo ma soprattutto il primo, segno che venivano utilizzati abbastanza frequentemente e che vi era questa procedura di verifica e restituzione al mittente.
Va da sé che già questo mi sembra essere un bel servizio. Ma non è tutto.
Girando la busta, infatti, troviamo un’ulteriore annotazione manoscritta del portalettere che non riesco a leggere per intero ma che chiaramente riporta “Dest. Partito“.
E un ulteriore bollo davvero curioso che recita: “APPIO VERIFICATO DALLA GUIDA”.
In poche parole, il portalettere del quartiere Appio di Roma non si limita ad andare sul posto e a verificare l’inesistenza del destinatario. No, lui è preciso, puntiglioso, lo cerca in un’apposita guida. E non trovandolo, allora bolla la missiva come inesitata e la restituisce al mittente.
Ed è talmente preciso, il portalettere di Roma Appio, che si è addirittura creato (o lo ha richiesto in Amministrazione) un bollo apposito che attesta questo suo lavoro certosino di ricerca del destinatario sulla guida e che altri portalettere di Roma o di altre città non avevano (perlomeno, a me non risulta).
Come dire (visto che ‘siamo’ a Roma): se ‘n pischello hai da cerca’, da Roma Appio devi anna’!
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