LA BEFANA DEI BALILLA

LA BEFANA DEI BALILLA

«La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, Viva, viva la Befana!»
Chi non conosce almeno un paio di strofe di questa filastrocca?

Tra pochi giorni sarà l’Epifania, festa cristiana che celebra la manifestazione di Dio incarnato in Gesù, manifestazione che ebbe luogo ai tre Re Magi una volta giunti a Betlemme.

In Italia, e principalmente in Italia, questa festa cristiana coincide con una simpatica ricorrenza, la Befana, personificazione di una vecchina bruttarella assai che a bordo di una logora scopa la notte tra il 5 e il 6 gennaio fa visita a tutti i bambini che hanno lasciato delle calze vuote appese vicino al camino o alla finestra.

Tali calze saranno riempite dalla Befana di dolciumi e piccoli giocattoli se il bimbo è stato bravo, di carbone e aglio se il bimbo si è comportato male.
Nell’immaginario collettivo dei bimbi, quindi, questa è una festa cui non si può mancare!

Questa tradizione pare affondare le sue origini nella notte dei tempi. Già cinque/sei secoli prima della nascita di Cristo, sembrerebbe che esistesse una figura simile nella mitologia celtica e scandinava quale personificazione al femminile della natura invernale.

Di certo, nel 1944, anno del documento postale di oggi, la festa della befana era una festa sentita eccome.
Si tratta di una busta intestata all’Opera Nazionale Balilla, Comitato Comunale di Lucignano (Arezzo), inviata alla Contessa Emma sempre di Lucignano il 7 gennaio 1944.

Come è possibile osservare, la busta reca il regolare bollo postale di partenza, ma non presenta francobolli. Questo perché l’Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) godeva di esenzione postale, e il bollo ovale sulla sinistra “REGIE POSTE / OPERA BALILLA / COMITATO COMUNALE LUCIGNANO” lo certificava.

L’Opera Nazionale Balilla venne istituita dal regime fascista con Legge 3 aprile 1926, n. 2247, ed era suddivisa in vari corpi per età e sesso.
I corpi maschili erano chiamati “figli della lupa” (dai 6 agli 8 anni), “balilla” (dagli 8 ai 14 anni), “avanguardisti” (dai 14 ai 18 anni).
I corpi femminili erano invece le “figlie della lupa” (dai 6 agli 8 anni), le “piccole italiane” (dagli 8 ai 13 anni), e le “giovani italiane” (dai 13 ai 18 anni).

Oltre i 18 anni si andava fuori dalla O.N.B. e si aderiva ai Fasci Giovanili di Combattimento.
Un’organizzazione quasi para-militare sin da piccoli, sulla falsariga della struttura della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.

Con Regio decreto-legge 27 ottobre 1937, n. 1839 (Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 262 del 12 novembre 1937) venne istituita la G.I.L., Gioventù Italiana del Littorio, entro cui confluì la O.N.B. insieme ai Fasci Giovanili di Combattimento.

Nel 1944, anno del nostro documento, quindi, la O.N.B. non c’era più da un bel pezzo, eppure le intestazioni di tutti i documenti, busta compresa, fanno riferimento alla O.N.B. e non alla G.I.L.; anzi, nella ricevuta di versamento, i riferimenti alla G.I.L. (cui è correttamente intestata) sono stati sovrastampati con quelli della O.N.B., chissà perché! Forse il presidente comunale era un nostalgico della precedente struttura?

Ma ritorniamo alla nostra missiva.
All’interno della busta troviamo due fogli, correlati tra loro.
In un primo foglio datato 7 gennaio 1944, il Presidente Comunale dell’O.N.B. ringrazia la Contessa per l’offerta pro Befana del Balilla, a nome proprio e a nome dei piccoli beneficiati.
Il secondo foglio invece è una vera e propria ricevuta di versamento.

Come possiamo osservare, la Contessa ha versato 100 Lire.
Per pura curiosità, sono andato a verificare sul sito del Sole24Ore dove è presente uno strumento che, in base all’andamento dell’inflazione, riesce a determinare, anno per anno, il potere di acquisto in Euro di un corrispondente importo in Lire.

E, nello specifico, 100 Lire nel 1944 corrispondono a 7.66 Euro odierni!
Così poco?
Beh sì, potrebbe essere, e questo a causa della guerra in corso, e in particolare del delicato momento storico che fu il 1944 per l’Italia spaccata in due dall’occupazione nazista e con il mercato nero che imperversava soprattutto nelle grandi città.

In ogni caso, cara Contessa, cosa vuole che compriamo con meno di 8 Euro a questi poveri Balilla che per un anno intero aspettano la Befana?
Non poteva essere un po’ più di manica larga?

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