Abbiamo una missiva, spedita da Catania per città il 14 settembre 1890, affrancata con un francobollo da 5 centesimi regolarmente annullato dal bollo a sbarre in quel momento in uso a Catania.
Sulla busta, manoscritta, l’indicazione per la spedizione con raccomandata, ma il francobollo applicato era sufficiente per coprire solo la tassa per la consegna ordinaria, e quindi la richiesta di raccomandazione venne ignorata.
Insomma, niente di più comune, niente di più banale.
Quel che rende questa missiva interessante è il destinatario.
Chi era questo Barone Luigi Bonaccorsi di Casalotto?
Altri non è che il fratello di Domenico, il più noto della famiglia Bonaccorsi di Casalotto, che a Catania ha anche una strada a lui intitolata.
Nato a Catania il 16 ottobre 1828 dai marchesi Guglielmo Bonaccorsi ed Eleonora Guttadauro, Domenico per eredità assunse i titoli di Principe di Reburdone, Marchese di Casalotto, e Barone di Reburdone, Casalotto, Ganzeria, Nucifora, Granvilla Soprana, Pedagaggi e Randazzini, titoli riconosciuti con decreto 8 aprile 1903.
Non si sposò mai, non ebbe figli.
Di idee liberali, si distinse sin da giovane nella lotta popolare contro i Borbone, partecipando prima ai moti del 1848 e poi alla campagna per l’indipendenza e l’unità d’Italia del 1860-1861.
Quindi, venne eletto per tre mandati alla Camera dei Deputati prima di essere eletto Senatore del Regno, poi Sindaco di Catania e poi presidente del Consiglio provinciale.
Alla sua morte, l’8 ottobre 1917, Giuseppe Manfredi, presidente del Senato, così ebbe a ricordarlo:
«Non vedevamo fra noi da lungo tempo il collega di Casalotto, afflitto da malattia, ed in ultimo ridotto alla cecità. Ora di questa vita è del tutto partito, spirato essendo l’8 corrente nella sua villa di Bongiardoni nel territorio di Giarre in Provincia di Catania. Nato egli era in Catania il 16 ottobre 1828 dai marchesi Bonaccorsi. Liberale di forte spirito sin dall’età giovanile il despotismo borbonico odiò e sfidò; e gli fu rivoltoso nel 1848 e nel 1860. Abbattuta quella tirannia e fatta l’unione al Regno di Vittorio Emanuele, fu dal II collegio di Catania eletto a rappresentarlo al Parlamento nazionale e sedé alla Camera in Torino nell’VIII legislatura. Deposto per ragioni private il mandato, rientrò alla Camera nella legislatura XIII per il I collegio di Catania stessa, che gli confermò il voto per la XIV. Il 26 novembre 1884 fu nominato senatore. Sindaco di Catania, presidente del Consiglio provinciale, a capo di altre amministrazioni, corrispose ognora alla fiducia de’ concittadini, e mantennesi fra loro in grande autorità e rispetto. L’illustre nome del principe di Casalotto, come a Catania, durerà caro al Senato.»
Ma il nome dei Bonaccorsi di Casalotto non è legato soltanto a incarichi politici.
La storia che segue ci viene consegnata dalle pagine del sito web dell’azienda Acque di Casalotto SpA.
La città di Catania, così come molte altre in Italia, sino alla metà del XIX secolo era sprovvista di una rete di distribuzione idrica. La popolazione attingeva l’acqua da fontanelle pubbliche alimentate da sorgenti o da cisterne d’acqua piovana.
Le condizioni igieniche erano molto scadenti perché i pozzi neri delle abitazioni erano a perdere, e tutti i liquami ovviamente terminavano nelle falde acquifere, inquinandole e causando continue epidemie.
In occasione di una epidemia di colera particolarmente virulenta, il Marchese Domenico Bonaccorsi di Casalotto, proprietario della sorgente Reitana in agro di Acicatena, mise a disposizione della sua città la fonte realizzando a tempo di record una grande condotta di ben 15 km sino alla città. A questa, successivamente, aggiunse la realizzazione di un imponente sistema di gallerie praticabili e relativi pozzi per la captazione.
Nel febbraio del 1905 viene costituita la Società Anonima delle Acque di Casalotto e più avanti, con la promulgazione del Regio Decreto 11 dicembre 1933 n.1775 che demanializzò le risorse idriche, la Acque di Casalotto SpA ottenne le concessioni governative per la captazione e distribuzione di acqua potabile in tutto il bacino catanese.
Oggi la società è presieduta dal Principe Domenico Bonaccorsi di Reburdone, marchese di Casalotto, discendente diretto di Luigi (il destinatario della missiva) e omonimo del fondatore. Altri membri della famiglia Bonaccorsi fanno parte del Consiglio di amministrazione.
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