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Non so se ci avete mai fatto caso, ma se un vostro corrispondente di (esempio) Zagarolo vi invia una lettera a (esempio ancora) San Cesareo, la cui distanza è di circa 2 km, la lettera che riceverete a San Cesareo porta il bollo in partenza da Roma e non da Zagarolo.

Perché? Che motivo c’è di andare a finire a Roma quando la distanza tra partenza e arrivo è così breve?
In realtà, non si tratta di un discorso di distanza, quanto di smistamento.
Un tempo lo smistamento si effettuava manualmente, oggi sono dei macchinari a farlo.
E questi macchinari si trovano in grandi centri di smistamento generalmente ubicati nei principali centri urbani.

Per cui, a prescindere dalla destinazione, una missiva che parte da Zagarolo intanto va a finire a Roma, a prescindere, e poi lì, una volta smistata, viene spedita a destinazione a San Cesareo.
Il tempo che si perde a fare avanti e indietro da Roma lo si guadagna con lo smistamento automatizzato.

Un tempo, tra l’altro, vi erano anche delle tariffe postali differenziate.
Sino al 31 luglio 1947 esisteva la tariffa postale “entro il distretto” valida per le lettere, le cartoline postali, i biglietti postali, i manoscritti e gli atti giudiziari.

Rispetto al “fuori distretto”, le corrispondenze di quel genere inviate “entro il distretto” costavano un pochino di meno.
Con il Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 21 luglio 1947 n.671 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.170 del 28.7.1947) tale differenziazione scomparve.

Di solito, per indicare la destinazione entro il distretto, ovvero nella stessa città di impostazione, nell’indirizzo sulla busta era possibile indicare piuttosto che il nome della città semplicemente la parola “città”.
Quindi, piuttosto che “Via Nazionale – Roma”, si indicava “Via Nazionale – Città”.

Il mittente della letterina di oggi volle invece essere originale.
Si tratta di una bustina, quasi certamente (viste le dimensioni) contenente un bigliettino da visita, spedita da Grignasco (Novara) il 15 settembre 1932.

Destinatario un egregio signor ragioniere residente nella stessa cittadina novarese.
Ma il mittente, piuttosto che scrivere “Città”, scrisse “Qui”.
E in tanti anni in cui davanti agli occhi mi saranno passati centinaia di migliaia di documenti postali, questa è la prima volta che lo vedo.

Tra l’altro, occorre notare che in quel momento esisteva una specifica tariffa postale per i biglietti da visita, di 20 centesimi, ben al di sotto dei 50 centesimi per una lettera e comunque inferiore anche alla tariffa scontata (di 25 centesimi) per una lettera “entro il distretto”.
E occorre anche notare che la tariffa per i biglietti da visita non contemplava una tariffa differente se “entro” o “fuori” il distretto: sempre 20 centesimi era.

Che il nostro anonimo mittente, quindi, fosse un fervido lettore di libri Zen?
Che per il mittente il “Qui e ora” di Eckhart Tolle, derivante dal latino “Hic et nunc“, fosse il proprio stile di vita?
Non lo sapremo mai.
Om!

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