Il documento postale di oggi è una bella cartolina edita a Milano nel 1939. Sul lato illustrato reca una raffigurazione di un cesto di rose e la scritta “Buon Onomastico”.
E, in effetti, proprio a questo scopo la utilizzò il mittente.
Ecco il testo, comunque leggibilissimo:
«Gesù! In questo sì bel giorno, sia foriero di ogni grazia e benedizione così è la preghiera della tua affezionatissima cognata Vanda.»
Caspita!
Che bel modo di scrivere, che bella calligrafia!
La Signorina Luigina sarà stata contenta di ricevere questi auguri, non pensate?
La cartolina risulta inviata il 20 giugno 1940 da Tre Tetti Sanatorio (Torino).
Cercando maggiori informazioni su questa località, si scopre che non esiste con quel nome.
Esiste solo una frazione del Comune di Orbassano (Torino) dal nome “Tre Tetti”.
La frazione, che all’epoca era davvero costituita da tre casette, si trovava lungo la strada che collega Orbassano a Torino, in mezzo alla campagna. Ed esiste tuttora.
Ma allora perché su questa cartolina il bollo postale riporta anche la dicitura “Sanatorio”?
Il 26 marzo 1818, in zona Valdocco a Torino, alla presenza di Vittorio Emanuele I di Savoia e delle autorità del Comune iniziarono i lavori di un ospedale specializzato nella cura dei malati polmonari, all’epoca quasi tutti affetti da tubercolosi.
I lavori vennero completati nel 1826: l’ospedale dell’Opera Pia San Luigi Gonzaga era realtà.
Nel 1903 l’ospedale raggiunse la capienza massima di 243 posti letto, ma anziché ampliare la struttura esistente si scelse di costruirne una nuova più grande.
Nel 1904 vennero avviati i lavori del nuovo ospedale che vennero completati nel 1909. Il nuovo sanatorio San Luigi Gonzaga, che disponeva di ben mille posti letto, sorse appunto in località Tre Tetti, nei pressi dell’attuale stabilimento FIAT Mirafiori.
Nel 1970, infine, l’ospedale San Luigi Gonzaga venne nuovamente trasferito, andando a occupare l’attuale sede, in via Regione Gonzole a Orbassano.
Qui, l’edificio mantenne il suo scopo primario, di sanatorio, come appare evidente dalla struttura a padiglioni, ma ben presto, negli anni ’90, con l’insediamento dell’Università, il sanatorio pneumologico si trasformò in complesso polispecialistico, com’è attualmente.
Quindi, tornando alla nostra cartolina, appare più che normale che, al momento della spedizione della cartolina (1940) la località Tre Tetti riportasse sul bollo postale anche la parola “Sanatorio” perché l’ufficio postale, quando venne istituito, ovviamente serviva principalmente (se non esclusivamente) l’utenza del sanatorio.
La ricevitoria postale di seconda classe venne attivata nel maggio 1935, o meglio nel maggio 1935 se ne ha notizia nel n.5 del mensile “Rassegna delle poste, dei telegrafi e dei telefoni”, rivista ufficiale del Ministero delle Comunicazioni.
Nell’elenco degli uffici postali del 1943 è ancora presente, ma non più in quello del 1962, per cui in questo periodo venne evidentemente chiuso.
Probabilmente, nel dopoguerra, con gli effetti benefici della ripresa economica, e quindi del benessere generale, i casi di tubercolosi diminuirono, e di conseguenza la mole di corrispondenza del sanatorio, e di conseguenza l’utilità di un ufficio postale lì localizzato.
Tale ipotesi trova conferma in un rapporto sulla tubercolosi edito del Ministero della Salute nel 2008, in cui è riportato:
«Dal 1955 al 1981, la frequenza di TBC nella popolazione italiana si è ridotta progressivamente e drasticamente fino a raggiungere nel 1974 un tasso di incidenza di tubercolosi al di sotto di 10 casi per 100.000 abitanti.»
Proprio negli anni ’70, infatti, la maggior parte dei sanatori venne chiusa o riconvertita.
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