Il 12 agosto 1863, durante un’ascensione al Monviso, a Quintino Sella nacque l’idea di fondare un sodalizio che riunisse sotto un’unica bandiera gli amanti della montagna e dell’alpinismo.
Fu così che il 23 ottobre dello stesso anno venne fondato il CAI, Club Alpino Italiano.
I giovani e i giovanissimi seguivano spesso padri e nonni, per cui apparve naturale pensare anche a loro.
Fu così che nel 1892 alla sezione CAI di Biella venne l’idea di realizzare la prima “Carovana scolastica”, escursione aperta a tutti i giovani in età scolare indipendentemente dalla scuola di appartenenza.
Di quella prima esperienza integrata ne riferisce “Il cammino dell’alpinismo giovanile dalle origini ad oggi“, a cura di Giampaolo Covelli (2010):
«La carovana, comprendente una quindicina di ragazzi più guida, portatori e muli, partita da Piedicavallo il 23 luglio, attraverso il Colle della Vecchia, raggiunse la valle del Lys e Gressoney; per la Bettaforca la valle di Ayas. La marcia svelta e mattutina permise alla carovana l’escursione non prevista al ghiacciaio del bacino Verra, attraversato dai più arditi escursionisti malgrado la scoscesa e sconvolta morena laterale e frontale.
Ritornando in Gressoney fu tenuto il valico di Rothorn a vece di quello di Pinter, in causa del tempo minaccioso, sul far del giorno, rabbonitosi solo di poi. La comitiva scese quindi a Pont Saint Martin e rientrò in treno a Biella il 31 luglio.»
Successivamente a quella prima esperienza e a diverse altre carovane scolastiche, il 3 novembre 1905 per idea di Gaetano Scotti venne fondata a Monza (in via Poste n.1) la S.U.C.A.I., Stazione Universitaria del Club Alpino Italiano.
I fini del nuovo sodalizio furono chiariti dallo Statuto che all’articolo 1 recitava:
«La S.U.C.A.I. deve far aleggiare lo spirito dell’alpinismo nei cuori della gioventù, deve svegliare in essa l’amore per la natura e della libertà dei monti, deve educare nuove forze ad essere come un vivaio del C.A.I. Siccome poi è nella natura stessa della società fra studenti che i loro componenti si avvicendino frequentemente, così sorge una vera stazione di passaggio, la quale costantemente offrirà al C.A.I. una nuova messe di validi elementi.»
Presto altre ‘stazioni’ (perché gli studenti universitari vi ‘stazionavano’) vennero aperte a Pavia, Milano, Bologna, Torino, Genova e Roma.
Ma allo stesso tempo presto nacquero e crebbero nell’associazione ‘madre’ tensioni e contrasti: gli alpinisti adulti temevano la tempra e la temerarietà dei giovani alpinisti che spesso si dimostravano più attivi degli adulti.
Dopo tanti tira e molla, alla fine il 19 ottobre 1930, su disposizione dell’allora segretario del partito fascista Augusto Turati, la S.U.C.A.I., dopo 24 anni di attività, cessò ufficialmente di esistere.
Ai soci della SUCAI di qualsiasi ordine e grado non rimase altro da fare che iscriversi alle varie sezioni CAI di residenza.
Una delle più famose iniziative ‘sucaine’ era la “Tendopoli”, un grande attendamento nazionale che si teneva ogni anno nel mese di agosto.
Si organizzava sempre in aree alpine molto note, al limite superiore dei boschi, in modo da svolgere il ruolo di campo base per le escursioni e le ascensioni.
In base a quanto riportato nel volume sopra citato a pag.18, l’ultima Tendopoli si svolse nel 1914.
In netto contrasto con quanto riportato nell’autorevole fonte appare però la cartolina protagonista di questo sfizio.
Come è possibile osservare, la cartolina è stata spedita il 15 agosto 1922 (domani saranno 101 anni esatti!) da Sesto (Bolzano).
Il francobollo italiano da 10 centesimi è annullato dal timbro “Sexten” di fattura austriaca. Ricordo infatti che il 10 settembre 1919 (con efficacia dal 16 luglio 1920) venne firmato il Trattato di Saint-Germain-en-Laye con il quale l’Italia, nazione vincitrice della Prima guerra mondiale, annetteva il Tirolo cisalpino (l’odierna provincia autonoma di Bolzano) e il Trentino (l’odierna provincia autonoma di Trento).
I bolli postali italiani tardarono ad arrivare, e per un bel po’ vennero ancora usati i precedenti bolli di fattura austriaca, i cosiddetti bolli doppio cerchio a ponte Brückenstempel, come appunto questo di Sesto.
Ma quel che più ci interessa è quel timbrino rettangolare, di natura privata e non postale, che è stato apposto a sinistra del francobollo.
La dicitura, accompagnata dalla raffigurazione di una piccozza da alpinismo del modello in uso in quei decenni, recita chiaramente: «S.U.C.A.I. – TENDOPOLI 1922 – Consiglio di Milano».
Questo significa che una Tendopoli nel 1922 venne organizzata eccome, e che quella del 1914 non fu affatto l’ultima. Forse l’ultima prima della Grande guerra, ma nella pubblicazione non è specificato.
Di certo, vi fu questa del 1922, a Sesto, in una zona delle Dolomiti, la val Pusteria, che si presta moltissimo per diverse ascensioni e passeggiate: Baranci, Tre Cime, Croda Rossa, Monte Cristallo, val Fiscalina. Chi pratica la zona sa benissimo che è una delle più e più ricche di tutto il comprensorio dolomitico.
Dove si recarono in quell’occasione Paola (il mittente della nostra cartolina) e tutti i suoi compagni e amici di escursione non ci è dato sapere.
Ma una certezza l’abbiamo: 101 anni fa si divertirono moltissimo.
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