SEGUIMI …150 ANNI FA!

SEGUIMI …150 ANNI FA!

Forse non tutti sanno che un tempo, quando si partiva per un luogo diverso dal proprio domicilio, si poteva pagare un servizio di “Fermo Posta”: la posta non veniva consegnata e rimaneva nell’ufficio postale a disposizione del destinatario che, identificatosi con un documento di identità, la andava a prelevare quando gli era possibile.

Il servizio era utile anche per coloro che, non avendo un domicilio fisso, con la stessa procedura di cui sopra, potevano ritirare tranquillamente la corrispondenza a loro destinata.

Il servizio venne istituito con la riforma postale del 1863 e rimase gratuito sino al 1915, fermo restando che, ai sensi dell’art.158 del regolamento postale del 1861, scaduti dieci giorni il portalettere doveva adoperarsi per conoscere l’eventuale nuovo indirizzo del destinatario per recapitargli quanto prima la sua corrispondenza.
Uno zelo senza pari.

Oggi questo servizio esiste ancora, a pagamento chiaramente, ma occorre recarsi presso l’ufficio postale entro 30 giorni dall’arrivo della corrispondenza “ferma in posta”, dopodiché la posta verrà restituita al mittente.
Se ci si assenta per un periodo più lungo dal proprio domicilio, allora il servizio di “Fermo Posta” non va più bene. Ecco che esiste un servizio diverso pensato proprio per casi del genere: il “Seguimi”.

Attivando questo servizio, tutta la corrispondenza indirizzata al domicilio A viene inoltrata al domicilio B. Si può scegliere se l’inoltro deve riguardare tutta la posta o solo quella a firma. E si può scegliere se estendere il servizio a tutta la propria famiglia o meno.

Questo utile servizio è stato fondamentale nel caso di catastrofi naturali quali terremoti ed alluvioni, quando la popolazione colpita è stata costretta in alcuni casi a delocalizzarsi. In tali casi, il servizio “Seguimi” è stato attivato su richiesta e gratuitamente.

Perché tutto questo lungo preambolo?
Poste Italiane mi ha assoldato per farle pubblicità?
No, no, nulla di tutto ciò.
Il preambolo era necessario per introdurre il documento postale protagonista dello sfizio di oggi e per contestualizzarlo al meglio.

Si tratta di una cartolina postale, di quelle preaffrancate, spedita il 4 aprile 1873 da San Remo al Signor Direttore delle Regie Poste di S. Remo.
Ed ecco il testo.

«Preg.mo Signore, Prego V. S.a voler avere la compiacenza se vi sono lettere, e se ne verranno al mio indirizzo ferma in Posta, aver la bontà di spedirmele a Nizza (Francia) Hotel des Etrangers sino al giorno 7 corrente. La saluto con stima. Giuseppe Secchi.»

Una sorta di “Seguimi” ante litteram!

Ora… Sig. Giuseppe… Va bene che il fermo posta è gratuito… E va bene anche che vuol chiedere il favore di un inoltro non giustificato da alcuna normativa postale in quel momento vigente… Ma che la destinazione temporanea sia persino all’estero questo non le sembra un po’ troppo?

Oltretutto, per soli 3 giorni?
E come avrebbe dovuto regolarsi, il direttore delle Regie Poste?
Se lei, caro Sig. Giuseppe, il 7 va via da Nizza, oggi è 4, e domani mi arriva una lettera per lei, che faccio, la inoltro o non la inoltro?
E se poi non arriva in tempo?
D’accordo che il processo postale era molto rapido, e che la distanza tra San Remo e Nizza è di soli 55 km, ma comunque ci sono dei tempi tecnici.

Inoltre, c’era anche un secondo problema, non da poco: quello economico, tariffario.
In quel momento, spedire una missiva ordinaria in Francia costava 40 centesimi. Come avrebbe il direttore potuto espletare il servizio richiesto di inoltro senza dover pagare tale costo?

Insomma, il Sig. Giuseppe l’aveva fatta troppo facile.
Chissà come finì la questione… Però, dai, per 3 giorni appena potevi startene buono buonino, no?

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