Sfizio brevissimo oggi!
Fa troppo caldo, anche le parole di Sfizi.Di.Posta sono evaporate!
🙂
Certo è che il caldo non ferma la guerra.
E prima la Russia con l’Ucraina, e poi Palestina e Israele a contendersi quella terra martoriata, adesso rigurgiti bellici anche in Libia. Senza trascurare le guerre civili in giro per il pianeta…
Niente, non ce la facciamo a non fare la guerra. Abbiamo una voglia matta di sterminarci. E forse abbiamo anche ragione, forse è proprio così, la Terra è un regalo troppo grande per l’uomo: restituiamola agli animali e non se ne parli più!
Eppure… eppure… mica non ne abbiamo di esempi e insegnamenti. Senza andare troppo lontano, “appena” ottant’anni fa…
E’ del 29 giugno 1943 la cartolina protagonista dello sfizio di oggi. E’ una di quelle classiche cartoline approntate per i “prigionieri di guerra”, i POW Prisoners Of War, militari che una volta catturati dal nemico, in funzione della Convenzione di Ginevra, dovevano essere trattati con umanità , con una serie di diritti (e di doveri).
La cartolina è spedita dal campo 127. Non è dato sapere dove fosse ubicato questo campo. Sappiamo soltanto che era un campo gestito dagli Americani e che era ubicato in Nord Africa ma non sappiamo in quale località , probabilmente nei dintorni di Orano. Sappiamo inoltre che fu attivo da maggio a novembre 1943.
Nel maggio 1943 si concluse infatti l’avventura coloniale italiana in Africa. Con la perdita della Cirenaica, la ritirata in Tunisia e la resa dell’Asse italo-tedesco il 13 maggio 1943, i militari italiani vennero catturati dagli Alleati e concentrati in campi dislocati in ogni parte del globo.
Una volta catturato, il militare aveva diritto ad avvisare subito a casa.
E’ ciò che fece Giovanni, originario di Masnago (Varese), dove abitava la sua famiglia.
La cosa che lascia senza parole e, per certi versi, anche fa venire la pelle d’oca è la brevità e crudezza del messaggio.
Scrisse semplicemente:
«Sono prigioniero degli Americani. Godo ottima salute.»
Sbam! Secco!
Che godesse ottima salute avrei più di qualche dubbio.
E’ noto che i campi del Nord’Africa fossero famosi per la disumanità del trattamento, e non ho motivo di pensare che il campo 127 fosse da meno.
Certo è, anche, che Giovanni non avrebbe potuto scrivere nulla di diverso; primo perché altrimenti la censura avrebbe bloccato la cartolina, e secondo per tranquillizzare a casa.
Tornò a casa Giovanni?
Quasi sicuramente sì, nel database dei morti e dispersi della Seconda guerra mondiale messo a disposizione dal Ministero della difesa il nome di Giovanni non risulta.
Chissà che avrà raccontato ai suoi.
Chissà che racconterebbe oggi a tutti questi microcefali a cui piace ancora giocare con i soldatini.
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