Non è la prima, non sarà l’ultima. Di corrispondenze tra coniugi o anche semplici amanti, durante le guerre, ne abbiamo lette un’infinità.
E questo è del tutto normale.
I ragazzi al fronte non lasciarono a casa solo i genitori, ma anche le mogli, i figli, i parenti tutti. Ed è assolutamente normale che vi fosse il bisogno di comunicare di stare bene, di avere notizie, di raccontare delle proprie vicissitudini.
Per farlo, ai militari era concessa la possibilità di spedire senza affrancare, utilizzando le apposite cartoline create a tale scopo.
Quella che presento oggi è una comunissima cartolina postale in franchigia militare. Spesso queste cartoline riportavano delle illustrazioni o anche dei semplici slogan di propaganda.
Il milite doveva indicare i propri gradi sulla sinistra e quindi spedire senza applicare alcun francobollo. Generalmente, come in questo caso, il reparto apponeva il proprio timbro: “COMANDO LEGIONE ALLIEVI CC. RR. ROMA”.
Siamo durante la Seconda Guerra Mondiale, e precisamente il 12 luglio 1943. Gli Alleati sono sbarcati in Sicilia tre giorni prima. Sono giorni cruciali, quelli, per il fascismo: cadrà da lì a breve.
Alle 20.30, come indicato dallo stesso mittente, il ‘nostro’ militare Angelo scrive alla sua amata che abitava a Troia (Foggia).
«Non vi è un solo attimo
durante il quale non ti penso.
Spiritualmente sono sempre con te,
nel tuo cuore. Bacioni e carezze.
Angelo tuo.»
Secco, preciso. Non servono giri di parole. Angelo sa bene quanto le manca Maria, e glielo comunica nel mondo più semplice e allo stesso momento migliore.
Fa certamente sorridere, tuttavia, il contrasto con lo slogan di regime presente stampigliato sulla cartolina:
«Armi e cuori devono essere tesi verso la meta: conquistare la vittoria. Mussolini.»
Eh… forse l’arma, ma il cuore di Angelo non era certamente teso verso la meta…
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