I periodi storici di transizione, generalmente alla fine di una guerra, sono sempre molto complessi e non avvengono mai in modo puntuale.
Proprio per queste prerogative sono molto variegati, e quindi molto interessanti e studiati.
Non fa eccezione il periodo dell’immediato dopoguerra al termine del secondo conflitto mondiale.
Solo per ricordarlo sinteticamente ai più distratti, con l’armistizio proclamato l’8 settembre 1943 e la susseguente occupazione militare tedesca del territorio italiano non ancora controllato dagli alleati, Hitler decise di avallare la creazione di uno stato fascista satellite nell’Italia occupata, con a capo Benito Mussolini: la Repubblica Sociale Italiana o Repubblica di Salò.
Si trattava di uno stato a forma totalitaria e dittatoriale, ma rimaneva giuridicamente uno stato fantoccio in mano ai tedeschi.
Una volta terminata la guerra, l’Italia era un paese occupato militarmente, sebbene retto da un governo cobelligerante.
In attesa che la situazione si consolidasse e che si desse attuazione al Patto di Salerno del 1944 che stabiliva a guerra ultimata di eleggere un’assemblea costituente al fine di promulgare una nuova costituzione, e quindi chiamare il popolo al voto del referendum (cosa che avvenne appunto il 2 giugno 1946), diversi enti cercarono di riassestarsi.
Tra questi, l’Istituto Poligrafico dello Stato che, alla data del documento che presento oggi, era retto da un commissario straordinario.
Si tratta di una cartolina, affrancata per 1.20 Lire con due francobolli emessi durante il periodo luogotenenziale (quindi senza i fasci littori a lato – per i più tecnici: il 20 centesimi è della tiratura di Novara, l’1 Lira della tiratura di Roma), e spedita l’1 ottobre 1945 dalla Libreria dello Stato di Milano all’Ente provinciale del turismo di Mantova, che la ricevette due giorni dopo.
In tale cartolina si fornivano nuove disposizioni in merito all’abbonamento annuale alla Gazzetta Ufficiale dello Stato, ma non si può fare a meno di notare i riferimenti nemmeno tanto velati alla Repubblica Sociale Italiana, definita “ex repubblica” ed “ex pseudo repubblica“, in entrambi i casi con la “r” minuscola.
Più chiaro di così…
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