In una busta totalmente distrutta, priva di ogni elemento postale utile, priva di francobolli (se mai ce ne fossero, e sono quasi certo che non ve ne fossero), trovo la lettera che mostro oggi.
Sulla lettera, contrassegnata come “Urgentissima” e spedita l’1 luglio 1859 alle nove e mezza antimeridiane (come diligentemente annotato sia a lettere che a numeri), si fa subito notare il cartiglio in alto a sinistra: “I(mperial) R(egio) sCommissariato Distrettuale DI MONTAGNANA”, con una bella aquila bicipite (o bicefala, che dir si voglia), stemma imperiale degli Asburgo sino al 1918.
Montagnana, oggi in provincia di Padova, era all’epoca territorio del Regno Lombardo-Veneto, uno stato dipendente dall’Impero Austriaco esistente sin dal Congresso di Vienna del 1814.
Nel Lombardo-Veneto il Distretto costituiva una circoscrizione amministrativa intermedia tra Provincia (Padova) e Comune (Montagnana).
Il Distretto aveva competenze a livello censuario, fiscale, ma aveva anche mansioni di polizia e di sotto-prefettura.
Il Commissario interveniva anche nei consigli comunali dei comuni più piccoli.
Facevano parte del Distretto di Montagnana i comuni di Montagnana, Casale di Scodosia, Masi, Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Merlara, Saletto, Santa Margherita d’Adige, Urbana e Castelbaldo.
Ma vediamo la trascrizione del testo.
«In copia alla Commissione Distrettuale per le Sussistenze Militari e requisizioni in Montagnana onde voglia colla solita sua premura disporre l’esecuzione nel termine assegnato.
I. R. Commissario D.
[firma non leggibile]
Al lodevole I. R. Commissariato Distrettuale in Montagnana
D’ordine di S. E. Generale d’Artiglieria conte Wimpffen Comandante in Capo della I Armata, cod. Uffizio viene incaricato di procedere indilatamente alla requisizione di 300 badili e 150 carriuole per uso dal servizio militare.
Tali oggetti saranno spediti domattina, rimossa ogni eccezione od indugio sotto stretta responsabilità di cod. Uffizio medesimo, a Bonavigo debitamente portate dalla R. Gendarmeria.
Il Comandante della scorta attenderà in Bonavigo il mio arrivo per farne la consegna a cui spetta e per ritirare da me la ricevuta relativa.
Montagnana lì 1° Luglio 1859 ore 9 1/2 ant.
C. Carimbert I. R. addetto al Quartier Generale della I Armata»
Quindi, si tratta di ordini di tipo militare che il Commissario Distrettuale di Montagnana riceve dal Quartiere Generale della I Armata e che inoltra per darne esecuzione.
Ovviamente, occorre comprendere il contesto storico in cui ci muoviamo.
E’ in corso la Seconda Guerra d’Indipendenza che vede schierati da una parte gli Austriaci e dall’altra i Piemontesi che, prima di muovere guerra all’Austria, avevano stretto alleanza con Napoleone III. Oggetto del contendere: il Lombardo-Veneto, fino a quel momento in mano agli Asburgo.
Il 24 giugno 1859 ebbe corso la battaglia di Solferino e San Martino, un durissimo colpo alle truppe austriache.
L’1 luglio Napoleone III passò il Mincio ed entrò nel Quadrilatero (Peschiera del Garda, Mantova, Legnago e Verona).
Il 6 luglio venne firmato l’Armistizio di Villafranca con il quale l’Austria cedette alla Francia (e quindi poi ai Piemontesi) la sola Lombardia, mantenendo tuttavia il Veneto (che, ricordo, sarà oggetto della contesa nella Terza Guerra d’Indipendenza del 1866).
I fatti storici qui semplificati dovrebbero essere già noti, ma se non lo fossero e si sentisse il bisogno/necessità di approfondire è sufficiente una qualsiasi ricerca in rete.
La nostra lettera, quindi, si inserisce esattamente nel giorno dell’avanzata di Napoleone III nel cuore austriaco del Quadrilatero.
Il conte Wimpffen citato all’inizio della missiva è Franz Emil Lorenz Heeremann von Wimpffen (1797-1870), generale e ammiraglio austriaco, a capo della I Armata durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.
Molti storici attribuiscono alla conduzione incerta e scomposta di Wimpffen la disfatta austriaca nella Battaglia di Medole, unica spiegazione di una sconfitta così cocente sebbene gli Austriaci fossero in netta superiorità numerica.
La Battaglia di Medole è parte della più complessa Battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno, e molti attribuiscono appunto a Wimpffen gran parte della causa dell’intera sconfitta austriaca.
Inoltre, a cosa potevano servire 300 badili e 150 carriole?
Il 24 giugno, a conclusione della Battaglia di Solferino, ingenti furono le perdite austriache: 2.292 morti e 10.807 feriti. Sino alla firma dell’armistizio, il 6 luglio, non vi furono altri scontri.
Quindi, l’1 luglio, a cosa potevano servire tutti quei badili e quelle carriole?
Per realizzare trincee o barricate?
Non lo sappiamo.
Mi sento tuttavia di sbilanciarmi nell’ipotizzare che badili e carriole potessero servire per il trasporto e la sepoltura dei cadaveri, a questo punto proprio quelli della Battaglia di Solferino.
Dell’addetto al Quartier Generale, e che mi sembra di leggere in firma come Carimbert, non ho trovato alcun riscontro. Semmai invito i lettori che eventualmente ne sapessero di più di voler approfondire queste note.
Da quanto ho potuto appurare, con numero di inventario n.89 all’Archivio di Stato di Padova esiste un fondo che riguarda gli anni 1854-1855 del Commissariato Distrettuale di Montagnana:
http://archiviodistato.provincia.padova.it/inventari/Inventario_89.pdf
L’archivista che se ne è recentemente (2019) occupata, Francesca Bortolanza, ha ritenuto utile accorpare detto fondo con quello del Commissariato Distrettuale di Cittadella dal momento che quello di Montagnana è costituito da una sola busta con atti relativi a danni di umidità, irrilevanti ai nostri fini.
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