PEI DANNEGGIATI DAL BRIGANTAGGIO…

PEI DANNEGGIATI DAL BRIGANTAGGIO…

Cosa fu il “grande brigantaggio” nelle regioni meridionali tra il 1861 e il 1865, ossia all’alba dell’Unità d’Italia, non serve probabilmente raccontarne.
Del resto, chi lo desidera, in rete trova decine di risorse online sull’argomento.

Al nostro scopo, ovvero quello di introdurre il documento che presento oggi, occorre ricordare che il brigantaggio crebbe notevolmente tra il 1861 e il 1862, tanto da indurre la Camera dei deputati a decidere il 16 dicembre 1862 la costituzione di una commissione d’inchiesta sul fenomeno, da inviarsi nelle province meridionali, per prendere diretta conoscenza dei fatti, con Giuseppe Massari alla segreteria e Giuseppe Sirtori alla presidenza.

Questa commissione redisse la ben nota “Relazione Massari”, probabilmente il maggior documento storico di quel periodo. Da quella relazione e dalle proposte della commissione scaturì la famosa “Legge Pica”, una legge ‘eccezionale’ che istituiva consigli e tribunali di guerra, dava facoltà di formare squadriglie di volontari, istituiva la giurisdizione militare e il “domicilio coatto” a discrezione delle Giunte provinciali di Pubblica Sicurezza.

La misura restrittiva del “domicilio coatto” rimase in vigore anche dopo il brigantaggio, fino a quando nel 1926 venne trasformata in “confino politico”. Ma questa è un’altra storia, sebbene di questa storia ne ho già parlato e ancora ne parlerò.

Contestualmente alla creazione della commissione di cui sopra, a fine 1862, venne anche promossa una sottoscrizione nazionale a sollievo dei danneggiati del brigantaggio.
La decisione è del ministro dell’interno, Peruzzi, «con il doppio fine di consolare le sventure domestiche da una parte, di premiare gli atti di coraggio dall’altra, dei quali il brigantaggio sia occasione od origine». La circolare con la quale si invitano tutti i Prefetti a dar seguito alla sottoscrizione è datata 1 gennaio 1863.

Appositamente strutturata in commissioni periferiche ed estesa a tutto il territorio nazionale, a fine novembre 1863 la sottoscrizione supera i tre milioni di lire, dei quali più di un terzo proviene da privati cittadini.

Il documento che mostro oggi è, appunto, una circolare di una di quelle commissioni periferiche, e in particolare quella della provincia di Cremona.
Datata 10 gennaio 1863, e spedita al sindaco di Binanuova (all’epoca Binanuova non era frazione di Gabbioneta, ma un comune a sé stante) in totale esenzione postale (le corrispondenze tra enti governativi godevano appunto di tale diritto), ha per oggetto «Soscrizione Nazionale pei danneggiati dal Brigantaggio nelle Provincie Meridionali» al fine di recare «materiali alleviamenti al male».
“Al male”…

Il testo è stampato in tipografia, facilmente leggibile, per cui evito di trascriverlo qui.
La Perseveranza, un quotidiano stampato a Milano dal 1859 al 1922, così commentava la sottoscrizione: uno strumento morale che serve a combattere quei nemici dell’Italia che «stanno quieti, ben camuffati nelle città, e soffiano negli animi incerti lo sconforto, la persuasione che non si vuole far nulla, che le province napoletane sono diserte, dimenticate, avversate».

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