Fino a quasi tutto il Settecento i non vedenti erano visti come reietti, individui da isolare, emarginare. Solo successivamente si iniziò a considerare i ciechi come persone. Gran parte del merito va attribuito a Valentin Haüy che intuì le grandi potenzialità delle capacità tattili dei non vedenti. Il suo metodo prevedeva la goffratura dei caratteri in rilievo. In tal modo, il cieco con i polpastrelli individuava le lettere in rilievo e riusciva a leggere un testo.
Era un grande ausilio ma non era così semplice: alcune lettere erano facilmente scambiabili tra loro, la “B” con la “R”, oppure la “O” con la “Q”.
Nel frattempo, a Vienna, Johann Wilhelm Klein affinò il metodo Haüy: le lettere erano sì in rilievo, ma il loro contorno non era dato da linee continue, ma da forellini nella carta, da punti.
Successivamente, Maurice Ballù applicò la metodologia di Klein, ma utilizzando dei fori molto più continui e ravvicinati.
Tutti questi metodi non risolsero il problema, ma ebbero comunque il merito di averlo sollevato.
La svolta venne con il metodo ideato da Louis Braille, un vero e proprio alfabeto per i ciechi in cui ogni lettera dell’alfabeto è una combinazione diversa di 6 puntini in rilievo, per numero e per posizione.
Il Congresso Internazionale di Parigi del 1878 dichiarò il Braille metodo universale di lettura e scrittura per tutti i non vedenti del mondo.
La posta non poteva ignorare la questione.
Sino al 1899 le missive spedite o ricevute da non vedenti erano accomunate alle normali lettere.
Già dal 1869, tuttavia, prima solo come forma di raccomandazione, poi con vari decreti (1899, 1901, 1911, 1913, etc), le carte punteggiate per ragioni evidentemente umanitarie vennero accorpate e trattate come stampe.
Questo consentiva infatti a tali corrispondenze di essere affrancate con 2 centesimi, un costo molto basso considerando che la tariffa per una lettera variò da 20 a 50 centesimi nella prima metà del Novecento.
Terminata la Seconda guerra mondiale, e a partire dal 1954, le carte punteggiate vennero esentate del tutto dal pagamento della tassa postale, sia per l’estero che per l’interno.
L’esenzione era ritenuta valida solo se sulla corrispondenza veniva riportata la dicitura “Carte punteggiate ad uso dei ciechi – Esenzione tasse postali” (se per l’interno) oppure “Impressions en relief à l’usage des aveugles – Franchise postale article 38 Convention postale universelle” (se diretta all’estero).
Una più completa ed esaustiva trattazione della materia, delle leggi, dei decreti, delle circolari, e di tutti i riferimenti ufficiali che hanno sinora fatto la storia delle carte punteggiate ad uso ciechi verrà edita a breve sulle riviste specializzate di filatelia, di conseguenza non anticipo nulla e rimando a tale pubblicazione con notizie inedite per chi volesse approfondire questo argomento dal punto di vista tecnico.
Torniamo a noi, e torniamo all’esenzione postale.
Ed è in questo contesto temporale che si colloca il pezzo che mostro oggi.
Si tratta di un foglio A4, ripiegato in 4, scritto in Braille, e spedito il 2.3.1956 da Milano, direzione Montecatini Terme, in esenzione postale, quindi senza francobollo.
Come è possibile osservare, un apposito bollo indica infatti:
CARTE PUNTEGGIATE AD USO DEI CIECHI
ESENZIONE TASSE POSTALI
Cosa c’era scritto?
Personalmente non leggo il Braille, purtroppo non saprei da dove iniziare.
Ho quindi chiesto aiuto a una collega collezionista che per motivi lavorativi conosce il metodo Braille, e che ringrazio molto, Beatrice Carbè.
Ecco la trascrizione del testo:
«Stamperia Ambrosiana
Via Calabria N° 16 – Milano
Ill.mo Sign. Presidente,
stimando far cosa utile e gradita a tutti i soci, abbiamo curato la stampa del nuovo statuto e del regolamento della U.I.C.
Il fascicolo è in vendita al prezzo di £. 200 da inviarsi anticipatamente presso la Sezione della Lombardia occidentale della U.I.C. Via S. Eusebio n° 24 – Milano.
Comunichiamo inoltre che, al suddetto indirizzo, è effettuata la prenotazione per l’acquisto del regolamento della […] recentemente apparso sulla Gazzetta Ufficiale.
Il suo prezzo si aggirerà sulle £. 200.
Nella speranza che queste iniziative suscitino l’interesse della categoria, chiediamo la sua collaborazione affinché quanto sopra venga portato a conoscenza dei suoi associati.
Distinti saluti.
La Direzione.»
Va sottolineato infatti che le agevolazioni postali erano (e sono) applicate anche alla corrispondenza delle associazioni che operavano per l’assistenza ai ciechi.
Va inoltre sottolineato che la corrispondenza che è possibile rinvenire è normalmente scritta con il metodo Braille (come questa) o con il metodo Ballù (con le lettere dell’alfabeto latino contornate da puntini).
Distinguere l’una dall’altra è in effetti semplice per chiunque: con il metodo Ballù la lettera è leggibile anche dal vedente che non conosce i metodi di lettura dei ciechi.
Le recenti normative del 1999 hanno abrogato svariati casi di esenzione postale ma non quella per le carte punteggiati ad uso dei ciechi.
Tale diritto è (per fortuna) tuttora valido.
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