Il clima sembra impazzito.
O, forse, non è affatto impazzito ma inizia a presentarci il conto di decenni e decenni in cui abbiamo maltrattato il nostro pianeta senza curarci delle conseguenze.
“Bombe d’acqua”.
Quanto ci piace dirlo…
Certi giornalisti si riempiono la bocca con questi termini per descrivere fenomeni violenti e improvvisi. E questo soltanto da qualche anno a questa parte, prima (almeno a mia memoria) non si è mai sentito “bomba d’acqua”.
Eppure i fenomeni alluvionali legati alle cospicue precipitazioni non sono certo argomento recente. Anzi.
Basti pensare al 1966 e a Firenze. O, ancora prima, al 1951 e al Polesine.
E proprio di Polesine, e della sua disastrosa alluvione del 1951, parleremo oggi.
Dei fatti che avvennero in quell’occasione Sfizi.Di.Posta se ne è già occupata qui:
https://www.sfizidiposta.it/2019/12/27/un-alluvionato-del-polesine/
Evito pertanto di riproporre le stesse cose e invito il lettore, se lo desidera, a visionare lo ‘sfizio’ sopra indicato.
180.000 furono quindi gli sfollati.
I più fortunati trovarono riparo da parenti o amici, mentre la maggior parte di loro venne ospitato in centri di raccolta, organizzati un po’ ovunque e anche in regioni lontane dal Veneto.
Proprio a quest’ultimo caso appartiene il pezzo che mostriamo oggi.
Si tratta di una normale cartolina spedita per raccomandata con ricevuta di ritorno il 15 marzo 1952 da Campiglia Marittima (in provincia di Livorno) a Contarina (all’epoca comune in provincia di Rovigo, oggi frazione del comune di Porto Viro, sempre in provincia di Rovigo, a seguito dell’accorpamento con l’ex comune di Donada).
Chi scrive è l’Ospedale Maremma di Campiglia Marittima.
Il destinatario è invece il Sindaco di Contarina che erroneamente il mittente indica in provincia di Venezia.
In realtà, l’errore non so se sia voluto o se sia davvero un errore, perché Contarina fu davvero in provincia di Venezia, ma sino al 1853; successivamente, insieme al comune di Loreo e alle frazioni di Ca’ Pisani, Maistra e Villareggia, confluì nella provincia di Rovigo.
La cartolina venne quindi ricevuta il 22 marzo e protocollata.
Di che si trattava?
Lo scopriamo leggendo il testo al verso che non riporto essendo davvero molto leggibile.
Quindi, la piccola Anna di 14 anni, di professione “atta a casa“, ebbe una colica appendicolare, una forma dolorosa ma non ancora cronicizzata di appendicite. E per tale ragione venne ricoverata d’urgenza.
Anna non era tuttavia residente a Campiglia Marittima, ma a Contarina. Di conseguenza le 1100 Lire di degenza giornaliera dovevano essere a carico del comune di Contarina, non di Campiglia Marittima. E per tale motivo l’Ospedale si volle sincerare che non vi fosse ostativa da parte del comune di Contarina («Si attende il vostro benestare»).
E come mai la piccola Anna si trovava a Campiglia Marittima?
In vacanza?
No, tutt’altro.
E lo sappiamo appunto leggendo le note in basso a sinistra: «Si trova in Campiglia M/ma da qualche mese, causa l’alluvione».
La piccola Anna era quindi un’alluvionata del Polesine.
Oggi avrebbe 83 anni, chissà se è ancora viva, chissà se ricorda quell’esperienza. E chissà se ricorda quella ospedalizzazione a Campiglia Marittima.
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