BUON NATALE!

BUON NATALE!

Cari lettori di Sfizi.Di.Posta,

con un po’ di anticipo, ma con la certezza che così questo messaggio possa raggiungere tutti in tempo, voglio inviarvi i miei più calorosi e sentiti auguri per un Sereno Natale in famiglia e con i vostri cari.

Ovviamente, gli auguri vi giungano nello ‘stile’ di Sfizi.Di.Posta, ovvero per il tramite di un documento postale.

Stavolta, protagonista non è il testo di una missiva (come i lettori affezionati sanno essere consuetudine di Sfizi.Di.Posta) ma una cartolina illustrata della quale irrilevante è il verso (cartolina spedita il 3 ottobre 1911).

Una bimbetta è in ginocchio, lateralmente al suo letto, e prega. E nel farlo ha sistemato tutte le sue bambole nella medesima posizione in ginocchio.
A lato, una preghiera, “Hear my dollies’ prayer“, Ascolta la preghiera delle mie bambole.

«Lord, I pray Thee, hear my dollies’ prayer,
And teach them how to ask for what is right;
But if it’s going to give You extra care,
Then You might skip my blessings for tonight.
Please make them all more loving and polite;
I pray Thee not to let their covers tear,
But keep their sawdust stuffings out of sight,
And please help Anne to grow a head of hair.

I wish poor Bella’s knees were made to bend,
I truly am as sorry as can be.
I hope that You won’t mind, and that You’ll send
The blessings that each dollie asks of Thee.
And, Lord, I pray that You will just pertend
This is my dollies talking, ‘stead of me.»

Per chi non mastica l’Inglese, ecco una basilare traduzione.

«Signore, Ti prego, ascolta la preghiera delle mie bambole,
e insegna loro come chiedere ciò che è giusto;
Ma se questo Ti darà del lavoro in più,
allora potresti saltare le mie benedizioni per stasera.
Ti prego di renderle tutte più affettuose ed educate;
Ti prego di non far strappare i loro abiti,
ma di tenere le loro imbottiture di segatura lontano dalla vista,
E ti prego di aiutare Anne a farsi crescere i capelli.

Vorrei che le ginocchia della povera Bella si piegassero,
Sono davvero dispiaciuta.
Spero che non ti dispiaccia e che invierai
le benedizioni che ogni bambina Ti chiede.
E, Signore, prego che tu consideri queste parole
come se le avessero pronunciate le mie bambole invece che io.»

Queste parole sono un estratto di una canzone scritta da Burgess Johnson nel 1906, pubblicata dalla McKinley Music Co. con le musiche di Edward Stanley.
Ho provato a cercarla su YouTube e le altre risorse video, ma senza successo.
L’illustrazione, invece, è opera di Mary Sigsbec-Ker, e anche di costei non ho trovato alcun riferimento in rete.

Ma, in realtà, diciamocela tutta, è importante?
Mi sa proprio di no.
Stavolta l’unica cosa che conta è quel che ci esprime quell’immagine e quelle parole, quell’ingenuità, quei piedini nudi che escono fuori dal pigiamino, quell’essere bambini che in tutti noi, più o meno, ogni tanto riconosciamo.

E’ questo, alla fine, il Natale. La purezza di spirito, l’innocenza di quella bimbetta. Ed è quello che vi auguro che il Santo Natale porti in tutte le nostre case, ne abbiamo tanto bisogno.

Buon Natale!
Marco Occhipinti, curatore di Sfizi.Di.Posta.

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