L’epopea del volo è senz’altro affascinante e ricca di imprese mirabolanti. I fratelli Wright, Amelia Earhart, per poi arrivare nello spazio, Jurij Gagarin, la nostra Samantha Cristoforetti: persone che hanno scritto la storia con le loro gesta leggendarie.
Fiumi di parole sono stati consegnati alla carta per descrivere e narrare di quelle imprese. E non sarà certo uno ‘sfizio’ come questo che potrà condensarle tutte, impossibile.
Mi limiterò qui, infatti, a raccontare soltanto un capitolo di questa storia infinita che è il volo.
Parlerò di idrovolanti. E in particolare di quelli che ammaravano nelle acque del porto di Siracusa, in Sicilia.
Già Leonardo, illustrando le sue macchine volanti, asseriva che esse sarebbero state maggiormente sicure se anziché atterrare fossero ammarate.
E tale principio venne sperimentato nei secoli a venire da diversi pionieri che tentarono di far librare in volo aeromobili trainati però da motoscafi.
Un ulteriore passo venne effettuato dal pilota francese Gabriel Voisin nel giugno 1905, sulla Senna. Voisin si alzò in volo per una quindicina di metri con il suo biplano a timone, ma anche in questo caso si trattava di un idroplano senza motore, trainato per 600 metri sullo specchio d’acqua.
Il primo vero volo autonomo di un idrovolante fu effettuato dal pilota francese Louis Paulhan il 28 marzo 1910, con “Le Canard” (“l’anatra”, in Francese), un monoplano a motore con elica ideato da Henri Fabre e dotato di tre galleggianti, uno davanti al centro e due affiancati in coda.
Da quel momento, affinata la tecnica, eseguiti più tentativi, l’industria di costruzione di idrovolanti letteralmente spiccò il volo.
E con lo sviluppo degli apparecchi e delle compagnie aeree con idrovolanti, ovviamente si svilupparono anche gli idroscali, o idroporti che dir si voglia.
Rispetto a un porto per imbarcazioni o a un aeroporto per aeroplani, un idroporto ha caratteristiche intermedie e funzionali per gli apparecchi lì devono ammarare e decollare.
Non è sufficiente, quindi, uno specchio d’acqua, servono gru per spostare gli apparecchi e scivoli per il passaggio delle persone.
Idroscali in Italia ce ne erano a decine.
Oggi, l’unico attualmente e ufficialmente attivo e funzionante è l’idroscalo internazionale di Como “Giuseppe Ghislanzoni” (Codice ICAO: LILY), costruito nel 1930-31 e gestito dall’Aero Club Como, la più antica (opera dal 1913) organizzazione di volo idro e scuola per piloti di idrovolanti al mondo.
E non a caso ho citato l’idroscalo di Como perché proprio questo è uno dei protagonisti dello ‘sfizio’ di oggi.
Si tratta di una cartolina spedita da Siracusa l’8 agosto 1933 in direzione di Laorca, quartiere di Lecco, dove giunse l’11 agosto.
Il testo è simpatico, e lo riporto.
«Gina mia, solo con te mi posso rallegrare, sfogare, avere conforto. Da casa è più di quindici giorni che non ricevo notizia alcuna, non so cosa posso aver fatto di male, scrissi cartoline e da qua una lettera ma non so nulla, mi sai tu dire qualche cosa? In questo vero paradiso di antichità e poesia, a te ho rivolto un pensiero caro, sperando che non tardi il nostro paradiso d’amore e di felicità. Ti giungano tanto affettuosi i bacioni che ti invia il tuo Lucio.»
E mamma mia!!
Quindici giorni che non riceve notizie e già pensa di aver fatto qualcosa di male?!
Lasciando a Lucio e Gina il loro paradiso d’amore e felicità, quel che invece interessa noi è quel “paradiso di antichità e poesia” cui fa riferimento Lucio nel suo messaggio.
Naturalmente si sta riferendo alla città di Siracusa, dove lui si trova in quel momento, e non ha minimamente torto.
Non so se siete mai stati a Siracusa. Personalmente, vi ho abitato per ben 13 anni. E con tutti i difetti e le contraddizioni di una città del Sud, Siracusa trasuda di storia millenaria. Una delle più vaste polis dell’epoca classica, tanto da primeggiare con Atene che più volte, invano, tentò di assoggettarla, conobbe poi la conquista romana e, con la caduta dell’impero, varie dominazioni: Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi.
Siracusa non è solo Ortigia con il suo splendido Duomo, già Tempio di Atena. Siracusa è il Teatro greco, l’Anfiteatro romano, l’Orecchio di Dionisio (non a caso presente nel lato illustrato della cartolina – a proposito, ma la persona ritratta sarà mica Lucio?), la Grotta dei Cordari, il Castello Eurialo, la Tomba di Archimede. L’elenco è infinito…
E Siracusa fu anche un idroscalo.
Perché, infatti, il lettore attento avrà già notato che il bollo postale di partenza da Siracusa riporta la dicitura “SIRACUSA IDROPORTO”.
L’idroscalo di Siracusa venne realizzato nel 1923 nel Porto Grande (bacino naturale lungo 3.500 metri, largo 1.800 metri e profondo tra i 3 e 25 metri) riservando uno specchio d’acqua lungo 2.000 metri compreso nel triangolo Faro Verde di Castello Maniace – Idroscalo – Saline.
Per accedere all’idroscalo gli idrovolanti dovevano portarsi nel settore di rilevamento compreso tra 263° e 280° del fanale verde di Punta Maniace e da qui procedere all’ammaraggio.
Le strutture a terra vennero realizzate in un’area compresa fra il Borgo Sant’Antonio e il quartiere Pantanelli, lungo via Elorina.
L’inaugurazione avvenne il 28 ottobre 1928 con il volo della S.A.N.A. (Società Anonima Navigazione Aerea) Roma – Siracusa – Tripoli, anche se a Siracusa non si poté proseguire per Tripoli a causa del maltempo e il volo venne quindi rinviato di qualche giorno.
In quell’occasione, vennero predisposte alcune buste a testimonianza dell’avvenimento che risultano bollate con:
– “ROMA CENTRO – POSTA AEREA” del 28.10.28 alle ore 6
– “SIRACUSA PORTO (RACCOMANDATE)” del 28.10.28 alle ore 10
– “TRIPOLI” o “TRIPOLI – CORRISPONDENZE” del 10 o 11.11.28
Consultare a tal proposito C. Cherubini & S. Taragni, “Catalogo Italiano della Posta Aerea – Vol.1: 1846-1930“. G. Orlandini Editore, Firenze, 1974.
La linea divenne trisettimanale nel 1929, mentre più avanti sulla rotta Roma – Napoli – Siracusa – Tripoli operò l’Ala Littoria. Gli idrovolanti utilizzati erano i Dornier Do R Superwal.
L’idroscalo fu interessato da traffico aereo anche militare sino alla Seconda guerra mondiale (189ª Squadriglia dell’83º Gruppo ricognizione marittima, poi 83º Centro C/SAR).
Incrementato il traffico aereo, a quel punto si rese necessaria anche l’installazione di un ufficio postale all’idroscalo.
Inizialmente, venne quindi attivato un “MMp”, ovvero un ufficio telegrafico dipendente dal Ministero della Marina, con denominazione “SIRACUSA – IDROSCALO”, con servizio anche per i privati.
Al volo inaugurale dell’ottobre 1928 questo ufficio non esisteva ancora (le buste predisposte vennero annullate con Siracusa Porto), ed è invece presente nel volume “Elenco degli Stabilimenti postali telegrafici e fonotelegrafici del Regno d’Italia ripartiti per provincie, delle colonie e delle isole italiane dell’Egeo. Situazione al 31 dicembre 1930-IX” edito a Roma a cura del Poligrafico dello Stato nel 1931.
Quindi, in quell’intervallo di tempo venne sicuramente attivato, sebbene non sappiamo esattamente quando (ho consultato tutti i bollettini postali di quell’intervallo di tempo, e non è riportata la notizia).
Successivamente, e precisamente con l’aggiornamento pubblicato sul n.9 del mensile “Rassegna delle poste, dei telegrafi e dei telefoni“, rivista ufficiale del Ministero delle Comunicazioni, del Settembre 1933, si dà notizia del cambio di denominazione in “SIRACUSA – IDROPORTO” e soprattutto della trasformazione in Agenzia postale-telegrafica in cui si disimpegnavano servizi, esclusi quelli a danaro, nei limiti consentiti per le Ricevitorie di 3a classe (essendo infatti questo tipo di uffici a titolo oneroso, il concessionario poteva decidere quali servizi eventualmente non fornire).
Settembre 1933 è la data della comunicazione sul bollettino ufficiale delle Regie Poste, ma non è detto che coincida con la data dell’aggiornamento dell’ufficio. Sicuramente è avvenuto nei mesi precedenti, ma all’epoca quasi mai le Regie Poste comunicavano esattamente quando.
Come infatti abbiamo visto, la nostra cartolina viaggia nell’agosto 1933 e riporta già la nuova dicitura “SIRACUSA – IDROPORTO”.
Nell’elenco degli uffici postali del 1943 l’Agenzia “SIRACUSA – IDROPORTO” è ancora presente (frazionario 60/064). Successivamente non se ne ha più notizia, non è presente nell’elenco del 1962, e quindi in quel lasso di tempo venne chiusa.
La cartolina di Lucio per Gina, quindi, viaggiò con un idrovolante, dall’idroscalo di Siracusa all’idroscalo di Como.
Emozionante, vero?
L’idroscalo di Siracusa venne quindi intitolato al tenente Arnaldo De Filippis, eroe della Prima guerra mondiale, decorato di medaglia d’argento e di bronzo al valor militare.
Dagli anni ’60 l’idroscalo è stata la sede del 34º Gruppo Radar dalla sua nascita fino alla sua soppressione avvenuta nel 2012.
Oggi è sede del Distaccamento Aeronautico di Siracusa.
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