TENGO UNA BELLA CAMERA…

TENGO UNA BELLA CAMERA…

Estate.
L’estate sta iniziando, verrebbe da dire parafrasando i Righeira al contrario!
E come tutti gli anni è corsa alla vacanza.

Quindi, per prima cosa andremo sui siti online di prenotazioni alberghiere e cercheremo nella località più esclusiva un hotel 5 stelle con suite vista mare, spiaggia riservata e ombrellone e lettini inclusi, pensione completa (bevande incluse, ovvio), nella settimana di ferragosto.
Una volta che ci saremo meravigliati che per 10 Euro al giorno non c’è nulla, abbasseremo le pretese e forse qualcosa troveremo.

Ma è sempre stato così complicato trovare una sistemazione alberghiera o un appartamento?
Catapultiamoci a Genova nel 1898, centoventicinque anni fa!

Il documento protagonista di questo ‘sfizio’ è un biglietto postale da 5 centesimi, spedito appunto da Genova per città il 5 marzo 1898, e indirizzato a “L. B. 1898 – Fermo posta“.
Che razza di indirizzo è?

Il “fermo posta” o “ferma in posta” o (dal francese) “poste restante” è un servizio che consente a chi non ha un recapito fisso, è in viaggio, non voglia noleggiare una Casella Postale, voglia mantenere l’anonimato, di andare a ritirare la corrispondenza direttamente all’ufficio postale che la tratterà per un periodo prefissato.

Sebbene fosse già in uso da tempo, almeno dall’Unità d’Italia, a livello normativo per la prima volta si parlò di “fermo posta” nella Legge postale del 1901, all’Art.22 del Capo IV:
«I singoli oggetti di corrispondenza possono essere indirizzati a… oppure fermo posta. Sono ammessi indirizzi con nomi supposti, o con semplici lettere iniziali o con cifre tranne sugli oggetti raccomandati o assicurati o da recapitarsi per espresso.»

In origine, e sino al 1915, il servizio era gratuito. Tuttavia, un articolo apparso sulla rivista ufficiale delle poste austriache, Zeitschrift für Post und Telegraphie, evidenziava l’anomalia e si chiedeva il motivo per cui un vero e proprio servizio accessorio dovesse essere gratuito quando, invece, i casellisti postali (per usufruire di un servizio analogo) pagavano.

Con il Decreto Luogotenenziale 21 novembre 1915, n.1643, in vigore dal 1° gennaio 1916, venne quindi introdotta la tassa di 5 centesimi (se prepagata dal mittente; 10 centesimi se pagata dal destinatario) per il fermo posta.

Del tutto normale, quindi, è il ‘nostro’ biglietto postale, indirizzato a delle iniziali e dei numeri, e non tassato (oltre i 5 centesimi necessari per farlo viaggiare, in funzione del tariffario del momento).

Ma quindi, chi era “L. B. 1898”?
Era un viaggiatore?
Una persona che voleva rimanere anonima?

Come sempre, la risposta è all’interno della missiva.
Leggiamo la trascrizione (errori grammaticali compresi).

«Egregio Signore,
Tengo io bella camera bene redata, si può vedere tutte le ore. Casa pulita e cuniughi soli.
Via Fieschi N.20 – Int. 3 – scala 1a sinistra.
Genova.»

Ora sì che è chiaro!
Il signor “L. B.” doveva essere un viaggiatore, o comunque una persona senza una fissa dimora a Genova, e aveva bisogno di una stanza per dormire.
Evidentemente, deve aver messo un annuncio su un giornale, con i riferimenti per essere ricontattato.
Il proprietario della casa in via Fieschi a Genova deve aver letto l’annuncio, e con questo biglietto gli rispondeva, proponendogli casa sua.

Poi… E’ chiaro che “redata” sta per “arredata” e che “cuniughi soli” sta per “coniugi soli”, immagino a voler indicare con che vi abitassero solo due coniugi senza figli.

Giusto per cronaca, il servizio fermo posta è tuttora attivo. Si chiama “Fermoposta”, 30 sono i giorni che il destinatario ha a disposizione per ritirare una missiva ferma in posta, e 3 Euro è il costo del servizio.
La grande differenza rispetto al passato è che non è possibile mantenere l’anonimato: non è infatti possibile spedire più a “L. B.”, ma va indicato il nome e cognome per esteso.

Infine, ho provato a cercare via Fieschi a Genova e non è nel centro storico ma appena al di fuori di esso. StreetView mostra a quel civico un elegante palazzo signorile.

Quindi, caro Leonardo, Luigi, Lorenzo, Ludovico, Luca, Loris, Lamberto … (sempre che la prima iniziale corrisponda al nome e non al cognome) … insomma … caro ElleBì! Ascolta me, valla a vedere quella stanza!

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