Il 6 maggio 1976 una scossa tellurica di magnitudo 6.4 della scala Richter devastò le zone del Friuli a nord di Udine. Le vittime furono 965 e oltre 45.000 i senzatetto su un totale di 77 comuni interessati.
Come normalmente avviene nei momenti successivi a un evento simile, una delle priorità è il ripristino delle comunicazioni, vitali non soltanto per avere notizie di parenti e amici, ma anche per lo stesso coordinamento delle operazioni di soccorso.
Se oggi la priorità è installare colonnine per la ricarica elettrica dei cellulari, nel 1976 quando gli smartphone non esistevano di fondamentale importanza fu il ripristino della posta.
E per facilitare gli invii venne concessa la franchigia, ovvero l’esenzione dal pagamento della tassa postale. In altre parole, si poteva spedire una missiva senza applicare il francobollo.
La franchigia, concessa probabilmente già dal 7 maggio, durò sino al 31 maggio e venne tollerata sino al 4 giugno; essa venne asservita mediante l’uso di timbri di diversa foggia e recanti diciture varie che venivano apposti sulla corrispondenza in partenza.
Quella che vediamo qui è una raccomandata (è più facile trovare documenti spediti per posta ordinaria che per raccomandata) in franchigia da Fagagna (Udine) a Varazze (Savona) dell’11.5.1976.
Notiamo anzitutto i bolli della Croce Rossa e del Centro di Mobilitazione militare che evidentemente attestavano la provenienza, e in qualche modo il contenuto, della missiva. Lo stesso destinatario, l’AVIS, doveva avere attinenza con il mittente.
Ma quello che soprattutto notiamo è il bollo lineare in gomma su due righe in caratteri minuscoli “Zona Terremotata / Sprovvista di Francobolli”. Grazie all’apposizione di questo bollo questa corrispondenza ha potuto viaggiare senza francobolli.
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