VA ESIGENDO LA CAMORRA PER TUTTE LI PARTI…

VA ESIGENDO LA CAMORRA PER TUTTE LI PARTI…

Siamo a Napoli nel 1868 (150 anni fa!). Sono le 6 di sera del 7 ottobre, e un misterioso piego viene spedito all’indirizzo del Questore della Città di Napoli.
In alto a sinistra il mittente, anonimo, scrive: ”Riservata a lui solo”.
Se non fossimo a Napoli ma a Vigata, Camilleri avrebbe scritto che ”cosa delicata è”.
E difatti, leggendo il testo della missiva era davvero una cosa delicata.
Riporto la trascrizione completa.

«Signor Questore,
Il guardia di sicurezza pubblica a nome Felice Micele trovasi concubinato con una druda (=meretrice) con cinque figli che abita nella casa del sarto Raffaele Raso, al Vico Vacche alla Conceria n° 7.
E non potendo il guardia predetto alimentare sei persone con lo scarso suo soldo, così va esigendo la camorra per tutte li parti e disturba gli onesti e pacifici cittadini.»

Una vera e propria denuncia anonima!! Chissà che cosa è successo poi, a seguito di questa ”soffiata”. Non lo sapremo mai…

Mi piace, comunque, soffermarmi sulla parola utilizzata, ”camorra”.
Oggi con questo termine intendiamo un’organizzazione di stampo mafioso. Ma all’epoca con questo termine si indicavano genericamente tutte quelle azioni di forza atte a ottenere qualcosa.
Secondo Marc Monnier, rettore della Università di Ginevra e tra i primi ad aver dedicato un testo sulla camorra e ad averla analizzata, il termine camorra ha questo significato:
«Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l’associazione […] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento.» (Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, 1862)

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