INTRIGHI DA SVENTARE

INTRIGHI DA SVENTARE

E’ il 3 giugno 1926, e una lettera parte dal Manicomio Interprovinciale ”Vittorio Emanuele II” di Nocera Inferiore. Destinazione Bari. Pur essendo trascorso molto tempo, vista la delicatezza della situazione, ho preferito nascondere le generalità del mittente e del destinatario.

Chi scrive è un internato del Manicomio il quale, certo di essere vittima di un errore, fornisce disposizioni al destinatario su una serie di cose da fare per lui, cose che lo avrebbero portato a dimostrare la propria innocenza. In particolare, scrive parlando del fratello:
Finalmente ho potuto tranquillizarmi sapendo, e da te accertato, che tutte le carte che dovranno attestare la mia innocenza e la mia perfetta sanità mentale sono da lui ordinatamente e scrupolosamente custodite. Dette carte mi si devono far recapitare al più presto…”.
Osservate il perfetto Italiano utilizzato dal mittente.
Ora occorre che io dimostrassi ancora quest’altro intrigo ed altri che ora cercherò di sventare…”.
Si usa dire che il vero matto è colui che si ostina a dire di non esserlo. E forse era davvero questo il caso.

C’è anche un piccolo risvolto postale.
Dal momento che le carte occorre spedirle per raccomandata, il mittente chiede al destinatario di incollare con ”buona gomma” la ricevuta della raccomandata, così da non essere smarrita, su un Mod.25 da recuperare presso l’ufficio postale.
Una precisione pazzesca, no?

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