La posta è stata sempre una ”cosa seria”. E una volta era anche una ”cosa rapida”. Lo vediamo con il pezzo che mostro oggi.
Si tratta di una lettera inviata nel 1970 (quindi 50 anni fa, non un secolo fa) per Espresso. Si ricorda che un tempo esisteva questo servizio, che oggi non esiste più, di consegna rapida della corrispondenza.
Fate attenzione ai bolli, a quanto c’è scritto sui datari. In partenza hanno bollato a Siracusa ”29.-7.1970.22”, ovvero il 29 luglio 1970 alle ore 22; in arrivo a Roma, alle ore 10 del giorno dopo. Alle ore 12 il primo tentativo di consegna, alle 13 il secondo.
La consegna era talmente rapida e precisa che il portalettere appuntava minuziosamente sulla busta i tentativi di consegna, con tanto di spiegazioni e motivazioni:
”Via Radiotelegrafisti 13
Destinatario assente, suonato invano il campanello int. 6. Lasciato avviso nella buca delle lettere.
Ore 12,00”
E un’ora dopo:
”R. Telegrafisti 13
Suonato invano al citofono int.6
Ore 13”.
E non si tratta di un caso ”raro” questo che sto mostrando: era la prassi.
Nota postale.
Nel 1970 la tariffa per spedire una lettera semplice sul territorio italiano era di 50 Lire, mentre il diritto Espresso costava 150 Lire; la lettera dunque andava affrancata per 200 Lire. Dall’affrancatura di 150 Lire complessive mancavano pertanto 50 Lire. La lettera venne quindi tassata per il doppio dell’affrancatura mancante, come da disposizioni postali vigenti, quindi per 100 Lire. Sul fronte della busta troviamo infatti scritto a penna ”T 100” a indicare la tassazione di 100 Lire, e sul retro due segnatasse da 50 Lire applicati all’arrivo a Roma e che avrebbero attestato il pagamento da parte del destinatario della tassa.
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