Oggi per recapitare una corrispondenza occorre essere quanto più precisi possibili nel riportare l’indirizzo del destinatario. Nome, Cognome, Indirizzo, Civico, eventuale Scala o Interno, CAP, Città, Provincia, Nazione.
Una volta, quando la mole di corrispondenza era inferiore e quando anche i destinatari erano in numero minore di adesso, si poteva anche omettere qualcosa.
Ma a volte si ometteva troppo. Eppure, la corrispondenza veniva recapitata ugualmente!
E’ il caso del pezzo che mostro oggi.
Siamo nel 1880. Il 27 febbraio viene spedita una missiva da Conselve (PD) a Padova. Il destinatario è il notaio Giuseppe Cattaneo, evidentemente persona nota in città. Tanto nota che non fu necessario indicare alcun indirizzo. Ma un più banale e semplice “Vicino albergo Animette“.
Da Internet ricavo queste informazioni.
A due passi da Piazza delle Erbe, camminando lungo via San Martino e Solferino, si giunge ad una piazzetta dalla quale la strada si separa in un bivio, via San Martino e Solferino che prosegue sulla sinistra e via Soncin a destra. In questa piazzetta sulla destra c’era una piccola chiesa, Chiesa di S. Urbano, affiancata da un monastero benedettino retto dai monaci dell’Abbazia di Praglia. Al posto della chiesa nell’Ottocento fu costruito un albergo, Albergo delle Animette, popolare e di poche pretese.
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