A seguito della Legge 13 maggio 1978 n. 180, nota come “Legge Basaglia”, tutti i manicomi in Italia vennero chiusi e venne regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. A questa legge venne associato il nome di Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica in Italia, ma l’estensore materiale fu lo psichiatra e politico democristiano Bruno Orsini.
Il pezzo che presento oggi è una cartolina con cui la Tesoreria della Provincia di Firenze chiede al Manicomio di San Niccolò a Siena informazioni sul ricovero di una degente (di cui per rispetto ho oscurato il cognome), evidentemente per questioni finanziarie.
La risposta, appuntata a penna, è lapidaria: “Sempre ricoverata“.
Il Manicomio di San Niccolò venne istituito in un ex monastero, sempre intitolato a San Niccolò (oggi si chiama tuttora Palazzo San Niccolò). E’ un bellissimo edificio storico di Siena situato nei pressi di Porta Romana, oggi restaurato e sede universitaria.
Stessa sorte non toccò all’ex Manicomio di Volterra, da cui la degente proveniva. L’edificio che ospitò i malati mentali dal 1887 (da quando venne istituito) al 1978 versa oggi in stato di avanzato degrado, e se non fosse per l’associazione Inclusione Graffio e Parola Onlus la situazione odierna sarebbe ben peggiore.
In particolare, l’associazione in questione si occupa della valorizzazione di ben 180 metri lineari di muro del padiglione Ferri su cui Oreste Fernando Nannetti, noto con lo pseudonimo di N.O.F.4, con la fibbia della propria cinghia ha inciso dei graffiti, a volte con incredibile senso compiuto.
Sempre grazie a questa associazione è infatti possibile visitare la struttura (le foto che allego sono relative a una visita che ho effettuato nel 2017).
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