Come tutti sanno, il 13 gennaio 1915 alle ore 07:52:43 un sisma di intensità pari all’XI grado della scala Mercalli, con magnitudo stimata in 7.0, e con epicentro localizzato nella conca del Fucino, colpì l’intera area della Marsica in Abruzzo e della valle del Liri nel Lazio provocando, secondo i dati del servizio sismico nazionale, 30.519 morti.
Il sisma è noto come “Terremoto della Marsica”.
La ricostruzione avvenne a doppia velocità. Avezzano venne ricostruita abbastanza velocemente, comunque non nel sito originario ma più a Nord. Gli altri comuni, i borghi montani in particolare, vennero ricostruiti con estrema lentezza, alcuni dovettero attendere addirittura gli anni Sessanta. I borghi antichi di Albe, Meta, Morino, Sperone, Tione, non vennero per nulla ricostruiti e gli abitanti delocalizzati.
All’epoca esisteva uno specifico Consorzio per sovvenzioni ipotecarie e che serviva i danneggiati dell’eruzione del Vesuvio del 1908, dell’alluvione di Cetara del 1910, e appunto del terremoto della Marsica del 1915. La sede era a Napoli, in via Roma.
Quello che mostro oggi è un sollecito di pagamento della rata semestrale di un terremotato del 1915 (il riferimento a questo disastro naturale, e non ad altri, è all’interno della cartolina, mediante l’utilizzo di un bollo lineare “Terremoto 1915”).
Entro il 31 dicembre 1930 Anno IX (dell’Era Fascista) questo signore di Veroli doveva versare al Consorzio 102,22 Lire più 1 Lira di spese postali (la cartolina è mancante di un francobollo di 50 centesimi che si sarà verosimilmente scollato).
In mancanza del pagamento entro 15 giorni il consorzio avrebbe agito per vie legali.
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