Per circa 70 anni, dal 1875 al 1945, la città di Fiume (oggi Rijeka) fu nota (tra le tante cose) anche per la fabbrica di siluri.
Il siluro ebbe origini poco prima del 1860 con un altro nome, “salvacoste”. Il suo inventore, Giovanni Luppis (fiumano e ufficiale della Marina Austro-Veneziana), l’aveva costruito pensandolo come strumento di difesa, appunto, delle coste dalle incursioni navali.
Ben presto si trasformò però in strumento d’offesa: Luppis, con la collaborazione dell’ingegnere britannico Robert Whitehead, lo trasformò in una sorta di proiettile subacqueo spinto da un’elica autonoma.
Negli anni successivi sia la Marina Britannica che quella Francese inviarono ordinativi di siluri, e così ben presto il silurificio divenne per Fiume un’attività più che strategica.
La storia del silurificio di Fiume è lunga e variegata, e ovviamente strettamente legata alle attività belliche delle due guerre mondiali. Per chi volesse approfondirne la storia, segnalo questa pagina online:
http://www.instoria.it/home/whitehead_fiume.htm
Naturalmente, tale attività commerciale non poteva non avere espressione anche nella corrispondenza postale. Quella mostro oggi è una busta intestata al SILURIFICIO WHITEHEAD DI FIUME S. A. che nel 1929 scriveva a un ingegnere austriaco.
Allego inoltre una rara fotografia d’epoca. Non è datata, ma sul retro vi sono alcune indicazioni in Italiano, segno che venne scattata nell’epoca in cui Fiume fu italiana, ovvero dal 1924 al 1945. La foto è stata scattata da Giovanni Petricich, fotografo in Fiume in Salita dell’Aquila 26, e raffigura la nuova stazione di lancio. I siluri, infatti, andavano provati in mare, e tramite questa piattaforma di lancio si poteva simulare il lancio in acqua da una nave.
Mostro, infine, anche il francobollo che la Croazia ha dedicato nel 2016 a Giovanni Luppis.
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