UN ALLUVIONATO DEL POLESINE…

UN ALLUVIONATO DEL POLESINE…

La natura ci sta presentando il conto. Greta Thunberg sicuramente sta sfruttando al massimo la sua popolarità, e personalmente mi sta piacevolmente antipatica, ma di fatto ha sollevato un problema. Ha sollevato IL problema.
L’asticella si è sicuramente alzata. Qualche anno fa grandine come palline da tennis era un evento eccezionale, oggi sembra la normalità.
E così anche le alluvioni. Qualche decennio fa facevano scalpore e causavano devastazione; oggi non sono da meno, ma con la differenza che gli eventi si susseguono con crescente regolarità.

E allora torniamo un attimo indietro nel tempo. Andiamo in quel drammatico 14 novembre 1951 quando, presso il Comune di Gualtieri (Reggio Emilia), 5 miliardi di metri cubi di acqua tracimarono dal Fiume Po e dai suoi affluenti. L’Alluvione del Polesine, come passò alla storia, costrinse 180.000 persone ad abbandonare la propria abitazione e causò la morte di circa 100 persone.

Con apposito Decreto-Legge n.1184 del 20 novembre 1951, convertito in Legge n.7 dell’8 gennaio 1952, “le provvidenze assistenziali delle quali in atto fruiscono i profughi per eventi di guerra sono estese a favore dei profughi delle zone colpite dalle recenti alluvioni”, tra cui la posta in esenzione di tassa. In poche parole, gli alluvionati poterono spedire lettere e cartoline senza applicarvi alcun francobollo. E questo sino a marzo 1952.

Sono note lettere con diversi bolli ovali riportanti, frammiste tra loro, le diciture “Poste Italiane”, “Croce Rossa Italiana”, “alluvionati”, “sinistrati”, “centro profughi”, o con la semplice scritta a penna. Per quanto l’evento interessò, come detto, centinaia di migliaia di persone, le lettere viaggiate senza francobollo non sono così comuni.

Il documento che presento oggi è inedito e riguarda una richiesta di notizie anagrafiche che l’Ospedale di Camposampiero (Padova) inviò al Comune di Contarina (Rovigo) in merito a un alluvionato (le cui generalità non sono fondamentali ai fini del nostro racconto). Che si trattasse di un alluvionato lo si evidenzia facilmente sia dal bollo applicato sul fronte del piego “ALLUVIONATO” che dalla dicitura a penna nelle annotazioni di carattere generale, “Alluvionato del Polesine”.
La richiesta avvenne per piego raccomandato con ricevuta di ritorno, affrancato con 65 Lire: la lettera, infatti, era inviata da un ente, non da un alluvionato, e pertanto l’esenzione della tassa postale non venne presa in considerazione.

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