La raccomandata che mostro oggi venne spedita il 15 gennaio 1938 da Bastardo (Arezzo).
La località riportata sul bollo di partenza non era un comune, ma una frazione del capoluogo di provincia Arezzo l’origine del cui nome è tuttora incerta.
Alcuni lo fanno risalire all’esistenza, nel medioevo, di un ospedale che accoglieva gli allora numerosi figli illegittimi; altri alla via “fiorentina”, percorsa per secoli da carovane di asini e muli che portavano il grano “a basto” dalla Val di Chiana a Firenze, detta per questo via del Bastardo; altri ancora chiamano in causa il figlio illegittimo di Guglielmino degli Ubertini, il grande vescovo che morì a Campaldino nel 1289; altri infine parlano di un oste rimasto anonimo e dagli incerti natali.
Comunque sia, il nome appariva sconveniente e offensivo, tanto agli abitanti quanto a chi l’amministrava. Per tale ragione, il commissario prefettizio di Arezzo, con delibera n.311 del 17 luglio 1939, chiese al governo Mussolini di cambiare nome alla frazione.
E così avvenne. Con Regio Decreto n.69 del 19 gennaio 1940 «Il comune di Arezzo è autorizzato a modificare la denominazione della frazione Bastardo in San Giuliano di Arezzo».
La posizione del Bastardo su una strada di traffico importante, che permetteva ai viaggiatori provenienti dallo Stato della Chiesa di dirigersi a Firenze senza transitare da Arezzo, ne fece una sede naturale per il cambio dei cavalli. Nel 1590 un rescritto granducale stabilì che Arezzo dovesse divenire “città di passo”, in modo di obbligare i corrieri da Perugia e Ancona a transitarvi. La carta postale del Cantelli del 1695, tuttavia, non mostra più traccia di una stazione di posta cavalli al Bastardo.
Non è stato possibile finora rintracciare con certezza dove fosse la sede della posta cavalli, anche se localmente si è avanzata l’ipotesi che fosse dislocata dove attualmente è presente un ristorante.
Ma la busta (priva di contenuto, purtroppo) che mostro oggi è importante anche per un altro aspetto, il suo destinatario: S. E. Il Principe Piero Ginori Conti, Senatore del Regno.
Piero Ginori Conti, principe di Trevignano, conte, nobile romano, patrizio di Firenze, patrizio di Pisa, nobile di Livorno (Firenze, 1865-1939), è stato deputato per Volterra per quattro legislature e nel 1919 eletto Senatore del Regno.
Nel 1904 il principe Ginori Conti inizia a gestire la ditta di estrazione dell’acido borico fondata dal bisnonno della moglie a Larderello dando una svolta all’attività degli stabilimenti dal momento che, per la prima volta, si produce energia elettrica con l’utilizzo del vapore naturale.
Ciò lo portò nel 1912 a fondare la Società Boracifera di Larderello.
L’importanza dell’operato industriale di Ginori Conti è indubbia. Per chi volesse approfondirne la storia, invito alla lettura:
http://www.treccani.it/enciclopedia/piero-ginori-conti_(Dizionario-Biografico)/
Ultima nota, storico-postale stavolta.
Guardate la busta sul verso. Quanti bolli! Perché? Perché evidentemente la lettera ha fatto un po’ di giri prima di giungere a destinazione. Vediamo un po’ di ricostruirli.
15.1 Bastardo
15.1 Arezzo Ferrovia (Racc.)
15.1 Raccomandate Ferrara Ferrovia
16.1 Amb. Bologna-Venezia 166
16.1 Venezia-Bologna 22
16.1 Bologna Ferrovia Raccomandate
16.1 Firenze Ferrovia Racc. Sez. B
17.1 Firenze Arr. Distr. (Raccomandate)
Forse è stata letta male la destinazione, confondendo Ferrara per Firenze. Perché, in effetti, (semplificando) la lettera compie questo tragitto: Bastardo > Arezzo > Bologna > Ferrara > Bologna > Firenze. Evidentemente, a Ferrara si sono accorti dell’errore e l’hanno rispedita indietro.
Errori…
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